Quali novità riguarderanno le partite iva nel 2016? Affari Miei guarda con attenzione al mondo del lavoro autonomo e, in questa guida, riepiloghiamo brevemente quelle che sono le regole che riguarderanno sia il regime dei minimi che quello ordinario. Molti giovani ormai aprono partita iva, anche se il Jobs Act ha tentato di intervenire in questo senso andando ad eliminare quelle false che venivano costituite essenzialmente per eludere gli alti costi del lavoro. Ciò nonostante, la diffusione di nuove attività sta portando ad un incremento dell’occupazione da freelance che, molto spesso, si svolge lavorando da casa.
Quanto costa aprire partita iva?
L’apertura della partita iva non ha costi in sé se non la consulenza che, eventualmente, il commercialista può chiedere: vi conviene rivolgervi ad un professionista vista la complessa burocrazia italiana. Le spese successive riguardano: l’iscrizione alla Camera di Commercio, con il diritto camerale che si attesta sui 60 euro annui e l'iscrizione che costa circa 36 euro (il pagamento alla Camera di Commercio potrebbe essere non dovuto in alcuni casi), i contributi INPS (qui la guida specifica) e tutte le altre spese che gravano annualmente in misura fissa come l’Irpef. Avviare una qualunque attività, quindi, ha dei costi che possono riguardare l’acquisto di macchinari o beni strumentali ed una serie di oneri fissi ai quali non ci si può sottrarre. E' consigliabile, comunque, rivolgersi sempre ad un professionista prima di iniziare così da avere chiara fin da subito la propria situazione e pianificare al meglio il proprio business. Andiamo, brevemente, a riepilogare come funzionano i singoli regimi fiscali.
Partita Iva con Regime dei Minimi agevolato: come funziona nel 2016
Il governo Renzi ha fatto dietrofont sul sistema che si voleva avviare l’anno scorso. Il motivo è molto semplice: era una fregatura che avrebbe spinto molte persone a smettere di lavorare in proprio. L’esecutivo ha promesso un graduale abbattimento degli oneri nei prossimi anni, al fine di venire incontro alle esigenze di questa categoria che, ad oggi, viene letteralmente vessata facendo un rapporto tra gli oneri a cui è sottoposta e le prestazioni di Welfare che riceve. Ad oggi, comunque, il regime dei minimi funziona in questo modo:
- limite annuo di fatturato pari a 30 mila euro;
- contributi previdenziali INPS da versare nella gestione separata pari al 27,72% ( che si calcola sul ricavi – costi). Il regime dei minimi prevede, però, la possibilità di scaricare completamente solo alcune spese;
- imposta sostitutiva dell’irpef e delle addizionali pari al 5% (ricavi – costi - contrbuti inps)
Per approfondire leggi anche: SRL Semplificata 2016: guida alla costituzione - Come aprire una S.a.S.: conviene? - Guida alla SRL tradizionale
Partita Iva con Regime Ordinario
Il regime ordinario si differenzia i quanto non presenta limiti di fatturato e vi accedono tutti coloro che non possono avere quello agevolato. A seconda dell’attività svolta, a livello previdenziale si può essere inquadrati come commercianti, artigiani o professionisti. Alla gestione separata accedono tutti i professionisti senza apposita cassa (e potrebbe non essere dovuta la quota alla Camera di Commercio, come anticipato) mentre gli altri hanno, in genere, un’apposita cassa a cui versare i contributi per la pensione.
Per quanto riguarda la tassazione, essa viene impostata in questo modo:
- Irpef al 23% che sale a scaglioni a seconda del reddito;
- Irap, ove prevista, in base alla legge regionale;
- contributi previdenziali INPS che variano a seconda della cassa dove si versa (da un minimo del 22,65% ad un massimo del 27,72%);
- Addizionali comunali e regionali pari circa al 2%.
Nel regime ordinario, di solito, si possono scaricare molte più spese del regime dei minimi. Nei minimi, ad esempio, non si possono avere dei collaboratori mentre in questo caso si e le relative spese possono essere portate in contabilità. La tassazione è più alta anche se questo regime è da preferire quando si hanno più costi in quanto il loro ammortamento riduce lo svantaggio che si ha nei confronti dei minimi.
Quale regime conviene scegliere per mettersi in proprio e aprire Partita Iva nel 2016?
Si tratta di una domanda soggettiva. Il regime dei minimi è da preferire se si svolge una professione, non ci si avvale di collaboratori e, inizialmente, si hanno volumi relativamente bassi. Il regime ordinarioè, invece, migliore quando si hanno più spese da sostenere per pagare collaboratori o per acquistare beni o servizi.Quelli esposti sono gli aspetti prettamente burocratici. Se volete mettervi in proprio vi consigliamo la lettura degli articoli delle sezioni dedicate alle idee imprenditoriali ed al business online: troverete consigli utili per avviare una nuova attività o innovare imprese già esistenti.