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Come aprire una gastronomia e rosticceria d'asporto: costi e consigli pratici

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Le rosticcerie sono spesso la "salvezza" di molte famiglie o single che la sera proprio non hanno voglia di mettersi a cucinare. In altri casi, invece, rappresentano un toccasana anche per i giorni di festa, quelli in cui la casa viene invasa da amici e parenti affamati. Una gastronomia poi, oltre ad essere un'ancora di salvezza per i clienti, è anche una grande fonte di soddisfazione per chi ci lavora e quindi per il proprietario. Se si ama cucinare e se si ha un minimo di spirito imprenditoriale questa attività può prendere il volo. In questa guida cercheremo di capire come aprire una gastronomia o rosticceria d'asporto.

Punto primo: burocrazia

Prima di continuare con qualsiasi altro consiglio, desideriamo focalizzarci su ciò che lo Stato italiano richiede da un punto di vista burocratico per l'apertura di questa tipologia di attività. Quali sono i requisiti? Cosa bisogna fare in concreto per avviare l'impresa? Quali sono i procedimenti burocratici?

Partiamo dal presupposto che tutte le rosticcerie o gastronomie, in Italia, possono essere considerate attività artigianali. Perché “possono” e non “sono”? Perché per esserlo davvero devono rispondere ad alcuni obblighi:
  • tutti i prodotti venduti devono essere stati creati da voi. È vietato vendere prodotti acquistati e confezionati da terzi;
  • il luogo di produzione e il luogo di vendita devono coincidere o comunque essere molto vicini. Non è possibile produrre gli alimenti o le bevande in città diverse ad esempio. Questo perché il negozio viene considerato ufficialmente “laboratorio di produzione e vendita di alimenti e bevande”;
  • ciò che viene venduto deve essere consumato fuori dal locale.

Andiamo avanti nella scoperta delle norme e delle richieste burocratiche. Il futuro titolare della rosticceria deve necessariamente: aprire una Partita IVA, iscriversi sia all'INPS sia all'INAIL (gestione IVS artigiani e commercianti), acquisire l'autorizzazione sanitaria da parte dell'ASL di competenza, presentare la SCIA, cioè la segnalazione certificata di inizio attività allo Sportello Unico Attività Produttive del Comune interessato, seguire un corso di formazione. In quest'ultimo caso ci riferiamo al cosiddetto “Personale addetto alla produzione e vendita delle sostanze alimentari”. Esso non è altro che un corso di formazione di breve durata, talvolta anche gratuito, attraverso il quale viene rilasciato il Libretto formativo, strumento che deve essere posseduto da chiunque lavori all'interno del negozio, a meno che non abbia un diploma alberghiero o una laurea nel settore.

Per il resto, non occorrono particolari altri requisiti personali, se non una forte passione nel proprio mestiere e capacità imprenditoriali, che tuttavia si sviluppano anche pian piano durante il percorso. Senza dubbio chi ha già una certa esperienza ha anche meno difficoltà in alcuni compiti specifici: cucinare, entrare in contatto con la clientela, gestire e organizzare il lavoro. Ciò che vi consigliamo è comunque di seguire corsi di formazione e di aggiornamento ogni qual volta ne abbiate la possibilità, per tendere sempre al miglioramento dell'attività.

Come aprire una gastronomia e rosticceria d'asporto: costi e tanti altri utili consigli

Quale budget iniziale è necessario per dar forma alla propria idea di rosticceria? Quali sono i costi che un proprietario affronta? Cerchiamo una risposta a questi quesiti. Innanzitutto rende tutto più semplice scrivere nero su bianco quali sono le nostre aspettative e quindi come davvero immaginiamo il locale. In tal modo sarà più facile prevedere le spese e i lavori da effettuare. Stilato questo piano si può iniziare la ricerca della location: in tal modo si può scoprire se sono necessarie anche delle ristrutturazioni e gli eventuali costi. È importante che il negozio risponda agli obblighi di legge e che sia ubicato in una posizione strategica, possibilmente in un luogo di passaggio e vicino ad uffici e centri abitati.

Una volta risolto questo “problema”, si può passare alla fase dell'arredamento e dell'acquisto del materiale necessario, così come può aver inizio la ricerca dei fornitori per le materie prime con cui preparare i prodotti. Essendo un'attività in cui non è prevista la consumazione in loco, si può puntare ad un'ambiente non esageratamente grande, ad esempio di 25/30 metri quadri. Tirando le somme quindi, una rosticceria di medie dimensioni prevede un investimento iniziale di circa 55/65.000 euro necessari essenzialmente per munirsi di tutte le attrezzature necessarie e degli arredi.

È possibile risparmiare su questo prezzo? Assolutamente si, ad esempio acquistando arredamento e attrezzatura usati, optando per un locale che è già a norma e quindi non necessita di tutti i vari aggiustamenti tecnici, oppure attraverso l'acquisto di un'attività che già svolgeva un lavoro analogo e che quindi in qualche modo, necessità di un avviamento meno drastico.
Aprire una rosticceria d'asporto

Altra scelta potrebbe essere quella di entrare a far parte di un franchising, cioè scegliere di affibiare al proprio locale un marchio già conosciuto e sviluppato che possa avvantaggiare sotto certi aspetti il lavoro iniziale. Scegliere un'attività in franchising significa, infatti, fornire ai clienti una garanzia, così come significa anche avere vita semplice riguardo certe questioni: fornitori, pubblicità, arredamento, gestione. Effettivamente non esistono tantissime rosticcerie d'asporto in franchising ma spulciando qua e là sul internet sicuramente troverete quella a voi più congeniale oppure potreste individuare progetti comunque affini nel mondo della ristorazione che potrebbero interessarvi.

Conclusioni: conviene aprire una gastronomia d'asporto?

Il successo di queste attività dipende essenzialmente dalle capacità individuali di chi le gestisce, dallo studio adeguato della clientela e della concorrenza e dalla capacità di svolgere una buona attività pubblicitaria corredata, eventualmente, da servizi extra che non offrono gli altri e che possono intercettare un bisogno specifico nella popolazione. Il consiglio è di cimentarsi solo se si conosce il settore o se, comunque, si hanno adeguate competenze di base per destreggiarsi in un business che è pur sempre appartenente alla più generale categoria della ristorazione.

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