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Infortunio sul lavoro: cosa fare? Risarcimento e procedura denuncia INAIL

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Cosa fare dopo un infortunio sul lavoro? Se avete avuto questo inconveniente, vediamo la procedura per la denuncia all’INAIL dell’incidente, come funziona il risarcimento e le informazioni relative alla retribuzione: chi paga lo stipendio, il datore di lavoro o l’INAIL? Molto spesso la mancata conoscenza dei propri diritti e delle procedure da seguire comporta perdite di tempo e mancata fruizione di agevolazioni previste dalla legge a tutela dei lavoratori come l’esenzione per le spese sanitarie. Cerchiamo, quindi, di fare brevemente il punto di come ci si deve comportare dopo un infortunio sul lavoro, capendo i pochi necessari passaggi da seguire nel caso in cui sfortunatamente si dovesse subire un infortunio.

Le informazioni che forniamo in questo articolo, oltre che frutto di una ricerca, sono anche suffragate da un'esperienza diretta nel corso della quale abbiamo appreso tutti i passaggi più importanti da seguire in questi casi.
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Infortunio sul lavoro: cosa fare dopo che accade? Procedura per denuncia all’INAIL

Per prima cosa occorre chiarire che cosa copre l’INAIL: il nome stesso dell’Ente ci spiega lapidariamente la sua natura. Esso, infatti, è l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. In pratica, è un’assicurazione obbligatoria che viene pagata con le trattenute sulla busta paga oppure tramite prelievi sui voucher lavoro. Lo scopo è quello di garantire il risarcimento (morte o incidente che determina l’invalidità permanente) e l’indennità sostitutiva della retribuzione.

Cosa deve fare il lavoratore dopo l’infortunio? La prima cosa da fare è recarsi nel più vicino pronto soccorso per farsi prestare le cure necessarie: la salute, ovviamente, viene prima di tutto. Il personale sanitario rilascia il certificato sanitario che il lavoratore deve consegnare al datore di lavoro, prontamente allertato dell’infortunio. Quest’ultimo, telematicamente, deve trasmettere i dati all’INAIL mediante il modello appositamente previsto dalla legge. Ricordiamo che, tra i vari obblighi che sono in capo al datore di lavoro, c'è quello di sicurezza quindi, in adempimento alla normativa italiana, ogni impresa deve essere già pronta ad agire in questi casi.

Scaduta la prognosi inizialmente prevista, il lavoratore deve recarsi presso l’ambulatorio INAIL per una visita medica: in questa sede i medici possono prolungare il periodo di malattia, consegnando un certificato medico da inviare al datore di lavoro (e quindi ci sarà una nuova visita medica fissata contestualmente), oppure chiudere la pratica con un certificato che attesta la guarigione ed il conseguente ritorno al lavoro.
Se ad infortunarsi è un lavoratore autonomo (ad esempio un artigiano) deve svolgersi la medesima procedura, ovviamente senza un passaggio presso il datore di lavoro che in questo caso non c’è perchè è lo stesso artigiano a provvedere per sé.


Infortunio sul lavoro: cosa fare per la retribuzione? Chi paga lo stipendio?

Per i primi quattro giorni di assenza, il lavoratore infortunato viene pagato dal datore di lavoro. La giornata in cui avviene l’infortunio è remunerata al 100% mentre dal secondo giorno (c.d. periodo di carenza) il pagamento ammonta al 60%. A partire dal quinto giorno  l’INAIL paga per il 60% fino al 90esimo giorno e per il 75% a partire dal 91esimo giorno, fino al momento della completa guarigione del lavoratore. La differenza, che è pari al 40% per la prima fase ed al 25% nella seconda eventuale, è erogata dal datore di lavoro. Il lavoratore non deve fare nulla rispetto a quanto indicato nel paragrafo precedente: riceverà sulla busta paga gli importi indicati. Tuttavia non sempre l'azienda anticipa il denaro in busta paga: in questo caso l'INAIL provvede ad inviare a casa dell'infortunato un prospetto con cui comunica le somme liquidate e le modalità per chiedere il pagamento sul proprio conto corrente bancario o postale.

Come funziona per il risarcimento?

L'infortunio sul lavoro può avvenire essenzialmente per due ragioni: a causa di una tragica fatalità oppure per mancato rispetto delle norme anti infortunistiche.
Nel primo caso il lavoratore riceverà un risarcimento dall'INAIL sulla base di tabelle predisposte dall'ente in caso di danni postumi permanenti che vanno dal 6% al 16%. Per danni maggiori, invece, si ha diritto alla corresponsione di una rendita vitalizia.
Nella seconda ipotesi, invece, c'è una chiara violazione degli obblighi di sicurezza per il datore di lavoro (ciò fa scattare la responsabilità penale) ed il lavoratore potrà agire in sede civile per ottenere il risarcimento del danno. In questo caso si parla del c.d. danno differenziale che rappresenta la differenza tra quanto versa l'INAIL e quanto spetta alla stregua dell'applicazione delle tabelle relative al danno biologico.

Esenzione per le visite mediche: come funziona?

Chi paga per le visite mediche necessarie successivamente ad un infortunio sul lavoro? Gli esami diagnostici prescritti dall’INAIL sono pagati dall’Ente se sostenuti in una struttura pubblica o convenzionata. Stesso discorso vale per eventuali terapie riabilitative. Il lavoratore ha inoltre diritto all’esenzione dal ticket sanitario per gli esami e le analisi prescritte dal medico curante oppure dallo stesso INAIL. In caso di invalidità permanente o danno biologico riconosciuti in seguito all’infortunio, il lavoratore godrà dell’esenzione parziale relativamente alla patologia riscontrata.

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