La facoltà di Chimicaè scelta soprattutto da coloro che arrivano già da percorsi formativi inerenti le materie scientifiche e dunque da periti chimici, diplomati al liceo scientifico, eccetera. In generale, comunque, per entrare a far parte del gruppo di studenti che sognano tale laurea è necessario possedere un qualunque diploma quinquennale conseguibile seguendo un normale percorso di studi.
Altro corso che è possibile frequentare è quello di Chimica Industriale, anch'esso con ingresso programmato e anch'esso con durata triennale. Come nel caso precedente la frequenza è obbligatoria solo per i laboratori ma quella delle lezioni è comunque fortemente consigliata. Il ruolo del chimico industriale lo si ritrova in futuro, nel mondo del lavoro, soprattutto nel settore cosmesi, ambiente, energia, dell'arredamento o dell'automobile. Importante è la sua presenza a livello industriale e dunque nello sviluppo di processi chimici, nei laboratori di ricerca, nel controllo degli impianti, nei settori della sintesi e caratterizzazione dei nuovi materiali. In questo caso le discipline che lo studente dovrà affrontare in questi tre anni sono: chimica generale e inorganica, istituzioni di matematica, chimica analitica, chimica organica (I, II, III), complementi di matematica e calcolo numerico, fisica generale, applicazioni di chimica analitica strumentale, chimica fisica (I, II, III), chimica biologica, chimica industriale, chimica fisica industriale, chimica macromolecolare, impianti chimici. Il tutto affiancato da tirocinio, laboratori e idoneità di lingua inglese e informatica.
Un ultimo corso inerente al dipartimento di chimica e quindi inerente alla materia è quello così denominato: Scienze e sicurezza chimico-tossicologiche dell'ambiente. Anche in questo caso sono previsti tre anni di corso e anche in questo caso nella maggior parte degli atenei è previsto un test d'ingresso che fa da sbarramento iniziale. Lo scopo del laureato in questa classe è quello di partecipare al miglioramento delle condizioni ambientali individuando situazioni di nocività che possono arrecare danni alla popolazione. Eliminando quindi le situazioni di pericolo e aiutando nel raggiungimento di migliori condizioni ambientali; sia per quanto riguarda la sicurezza sia per quanto riguarda la qualità in generale. In questo caso le materie e gli esami sono più diversificati: biologia generale, anatomia umana, chimica generale, matematica e statistica, chimica analitica, chimica organica, fisica e informatica, lingua inglese, biochimica, fisiologia, patologia generale, tossicologia, analisi chimico tossicologica (1-2-3), chimica dell'ambiente, microbiologia e igiene, farmacologia 1 e farmacologia 2, biotecnologie 1 e biotecnologie 2, tecnologia e legislazione farmaceutiche. Oltre a questi esami sono poi previsti degli esami da scegliere in una lista di possibilità, alcuni esempi sono: destino e comportamento ambientale dei tossici, formazione ai sistemi di qualità, formazione di accompagnamento al lavoro o inquinamento e sicurezza ambientale.
Anche in questo caso sono previsti laboratori e tirocinio.
Come si può notare, dunque, i due corsi non sono poi così diversi dal punto di vista disciplinare. La differenza si noterà tuttavia nel prossimo paragrafo attraverso la spiegazione degli sbocchi lavorativi.
Partiamo dall'ultimo indirizzo analizzato, quello in Scienze e sicurezza chimico-tossicologiche dell'ambiente. Chi si laurea potrà innanzitutto lavorare sia in ambienti pubblici sia in ambienti privati. In ogni caso i ruoli che potrà ricoprire sono: specialisti nelle scienze della vita (biologi, biochimici, microbiologi, farmacologi); tecnici di laboratorio di analisi cliniche; tecnici di laboratorio biochimico; tecnici dei prodotti alimentari; informatore e divulgatore scientifico; all'interno dell'industria cosmetica e alimentare; in centri studi per rilevazioni tossicologiche e ambientali; come ricercatore nelle università.
Profilo diverso è invece quello che può assumere il laureato in Chimica Industriale, che è in possesso delle conoscenze idonee per progettare e sintetizzare nuovi prodotti industriali a diverso uso, per controllare e collaudare gli impianti con cui si trova a lavorare. Infine può trovare impiego nei seguenti settori: aziende chimiche e petrolchimiche, chimico-farmaceutiche, metalmeccaniche, di detersivi, o operanti in campo ambientale. I laureati in Chimica Industriale possono anche lavorare nei laboratori delle dogane, negli uffici provinciali di igiene e profilassi e di analisi. Anche in questo caso è prevista la possibilità di fare ricerca presso enti pubblici come le università stesse.
Infine, il laureato in Chimica nel corso "tradizionale" può trovare un'occupazione nei laboratori di ricerca pubblici e privati, di controllo e di analisi e certificazione qualità, in industrie cosmetiche, chimiche, alimentari. Sarà inoltre possibile effettuare l'esame di stato per iscriversi all'Albo dell'Ordine Nazionale dei Chimici in veste di Chimico-Junor. In realtà dunque esiste un filo conduttore che collega tutti e tre i corsi di laurea, d'altronde è sempre la chimica la materia centrale e presente in tutte.
Come in moltissimi altri corsi di studio, anche questi prevedono la possibilità di continuare attraverso una magistrale (+ 2 anni) o attraverso delle scuole di specializzazione e master; superata la magistrale sarà possibile fare domanda per il dottorato, che permetterà così un ulteriore approfondimento. Non sempre è possibile trovare tutti e tre i corsi di laurea in tutti gli atenei, tuttavia solitamente è presente almeno uno di questi.
Requisiti per accedere al corso di laurea in Chimica
In realtà questi non sono gli unici requisiti per molti atenei, poiché il dipartimento può aver stabilito l'esistenza di un test d'ingresso a numero chiuso che preclude l'accesso a chi non ha buone conoscenze in ambito biologico, chimico, matematico e fisico così come una buona cultura generale. In base ai risultati ottenuti nel test, l'università stilerà una graduatoria e solamente chi avrà passato un certo numero di punteggio potrà entrare. In altre università non è invece previsto un numero preciso di studenti da far entrare, dunque solitamente viene comunque mantenuto il test che ha però solo lo scopo di verificare la preparazione degli studenti ed eventualmente di assegnare un debito formativo che dovrà essere colmato dall'allievo con lavori extra. Al momento esistono infiniti libri di testo e corsi, organizzati da studenti o ex studenti, che possono essere d'aiuto a coloro che desiderano entrare presso la facoltà di Chimica. Lo scopo del corso di laurea di qualsiasi indirizzo chimico è quello di formare professionisti con abilità e conoscenze di base di carattere chimico, importanti per l'inserimento lavorativo in tale ambiente. Indispensabile è anche la capacità di applicare tali conoscenze e tecniche innovative, così come l'utilizzo della strumentazione esistente.Tipologie di corsi
Ma esiste un'unica laurea ad indirizzo chimico?La risposta è no. Al momento nelle varie università esistono vari indirizzi inerenti questa materia e oggi andremo a scoprire quali sono. Prendiamo in considerazione prima di tutto il classico corso di Laurea in Chimica che ha solitamente un test a numero chiuso come sbarramento iniziale, ha una durata di tre anni e prevede una frequenza obbligatoria solo dei laboratori. In questo caso lo scopo principale del corso è quello di preparare persone con adeguate conoscenze nel settore chimico, negli aspetti di base e teorici, così come un'adeguata preparazione nelle materie matematico-fisiche. È fondamentale anche una buona conoscenza delle principali metodiche sperimentali di laboratorio, di applicare metodi e tecniche innovative e di utilizzare strumenti complessi. Tra le materie possono essere individuate: chimica generale e inorganica; istituzioni di matematica; chimica analitica I, II e III; chimica organica I, II, III; fisica generale; chimica biologica; chimica fisica; applicazioni di chimica analtica strumentale. In affiancamento alle lezioni si terranno diversi laboratori, la prova di lingua inglese e informatica e il tirocinio.Altro corso che è possibile frequentare è quello di Chimica Industriale, anch'esso con ingresso programmato e anch'esso con durata triennale. Come nel caso precedente la frequenza è obbligatoria solo per i laboratori ma quella delle lezioni è comunque fortemente consigliata. Il ruolo del chimico industriale lo si ritrova in futuro, nel mondo del lavoro, soprattutto nel settore cosmesi, ambiente, energia, dell'arredamento o dell'automobile. Importante è la sua presenza a livello industriale e dunque nello sviluppo di processi chimici, nei laboratori di ricerca, nel controllo degli impianti, nei settori della sintesi e caratterizzazione dei nuovi materiali. In questo caso le discipline che lo studente dovrà affrontare in questi tre anni sono: chimica generale e inorganica, istituzioni di matematica, chimica analitica, chimica organica (I, II, III), complementi di matematica e calcolo numerico, fisica generale, applicazioni di chimica analitica strumentale, chimica fisica (I, II, III), chimica biologica, chimica industriale, chimica fisica industriale, chimica macromolecolare, impianti chimici. Il tutto affiancato da tirocinio, laboratori e idoneità di lingua inglese e informatica.
Un ultimo corso inerente al dipartimento di chimica e quindi inerente alla materia è quello così denominato: Scienze e sicurezza chimico-tossicologiche dell'ambiente. Anche in questo caso sono previsti tre anni di corso e anche in questo caso nella maggior parte degli atenei è previsto un test d'ingresso che fa da sbarramento iniziale. Lo scopo del laureato in questa classe è quello di partecipare al miglioramento delle condizioni ambientali individuando situazioni di nocività che possono arrecare danni alla popolazione. Eliminando quindi le situazioni di pericolo e aiutando nel raggiungimento di migliori condizioni ambientali; sia per quanto riguarda la sicurezza sia per quanto riguarda la qualità in generale. In questo caso le materie e gli esami sono più diversificati: biologia generale, anatomia umana, chimica generale, matematica e statistica, chimica analitica, chimica organica, fisica e informatica, lingua inglese, biochimica, fisiologia, patologia generale, tossicologia, analisi chimico tossicologica (1-2-3), chimica dell'ambiente, microbiologia e igiene, farmacologia 1 e farmacologia 2, biotecnologie 1 e biotecnologie 2, tecnologia e legislazione farmaceutiche. Oltre a questi esami sono poi previsti degli esami da scegliere in una lista di possibilità, alcuni esempi sono: destino e comportamento ambientale dei tossici, formazione ai sistemi di qualità, formazione di accompagnamento al lavoro o inquinamento e sicurezza ambientale.
Anche in questo caso sono previsti laboratori e tirocinio.
Come si può notare, dunque, i due corsi non sono poi così diversi dal punto di vista disciplinare. La differenza si noterà tuttavia nel prossimo paragrafo attraverso la spiegazione degli sbocchi lavorativi.
Laurea in Chimica: tutti gli sbocchi professionali possibili
Visti i diversi indirizzi di laurea esistono ovviamente anche diversi sbocchi professionali. Li abbiamo raggruppati di seguito sulla base delle varie indicazioni fornite precedentemente. Trovare lavoro oggi, come è noto, è sempre più difficile e per questo motivo è bene pianificare fin da subito quello che sarà il percorso futuro che si andrà ad intraprendere dopo l'università.Partiamo dall'ultimo indirizzo analizzato, quello in Scienze e sicurezza chimico-tossicologiche dell'ambiente. Chi si laurea potrà innanzitutto lavorare sia in ambienti pubblici sia in ambienti privati. In ogni caso i ruoli che potrà ricoprire sono: specialisti nelle scienze della vita (biologi, biochimici, microbiologi, farmacologi); tecnici di laboratorio di analisi cliniche; tecnici di laboratorio biochimico; tecnici dei prodotti alimentari; informatore e divulgatore scientifico; all'interno dell'industria cosmetica e alimentare; in centri studi per rilevazioni tossicologiche e ambientali; come ricercatore nelle università.
Profilo diverso è invece quello che può assumere il laureato in Chimica Industriale, che è in possesso delle conoscenze idonee per progettare e sintetizzare nuovi prodotti industriali a diverso uso, per controllare e collaudare gli impianti con cui si trova a lavorare. Infine può trovare impiego nei seguenti settori: aziende chimiche e petrolchimiche, chimico-farmaceutiche, metalmeccaniche, di detersivi, o operanti in campo ambientale. I laureati in Chimica Industriale possono anche lavorare nei laboratori delle dogane, negli uffici provinciali di igiene e profilassi e di analisi. Anche in questo caso è prevista la possibilità di fare ricerca presso enti pubblici come le università stesse.
Infine, il laureato in Chimica nel corso "tradizionale" può trovare un'occupazione nei laboratori di ricerca pubblici e privati, di controllo e di analisi e certificazione qualità, in industrie cosmetiche, chimiche, alimentari. Sarà inoltre possibile effettuare l'esame di stato per iscriversi all'Albo dell'Ordine Nazionale dei Chimici in veste di Chimico-Junor. In realtà dunque esiste un filo conduttore che collega tutti e tre i corsi di laurea, d'altronde è sempre la chimica la materia centrale e presente in tutte.
Come in moltissimi altri corsi di studio, anche questi prevedono la possibilità di continuare attraverso una magistrale (+ 2 anni) o attraverso delle scuole di specializzazione e master; superata la magistrale sarà possibile fare domanda per il dottorato, che permetterà così un ulteriore approfondimento. Non sempre è possibile trovare tutti e tre i corsi di laurea in tutti gli atenei, tuttavia solitamente è presente almeno uno di questi.