Con la disoccupazione giovanile che ha appena superato la soglia del 40%, non è un mistero che molti italiani abbiano cominciato a guardarsi altrove alla ricerca di un impiego. Tra i Paesi che offrono le maggiori opportunità, almeno nell’immaginario collettivo, troviamo sicuramente il Regno Unito, terra delle opportunità a due ore di volo, dove una buona rete di italiani che si è stabilita ormai da decenni può essere un ottimo punto di partenza per cominciare a vivere da quelle parti. O forse no, perché nella guida che segue troverete un ritratto per quanto possibile realistico e comunque disincantato di quella che, almeno a guardarla dal Mediterraneo, è una terra del bengodi, in una visione che poi fa però purtroppo a cazzotti con la realtà. Siete pronti per scoprire se vale la pena oppure no di vivere e lavorare in Inghilterra?
Non esistono posti “semplici” e non esistono Paesi dalle porte così aperte da permettere praticamente a tutti di trovare il lavoro dei sogni. Questa regola è ovviamente valida anche per il Regno Unito, terra sicuramente di opportunità, ma da conquistare con sudore e competenze.
Quando si calcola come si vivrà, economicamente parlando, a Londra, bisogna dunque tenere in debita considerazione anche questo fattore. Non ci sono pasti gratis, ripeteva Milton Friedman, e in ossequio alle parole del popolare economista statunitense, a Londra hanno pensato di farveli pagare doppi, anche rispetto alle più care città italiane.
I costi degli affitti continuano a salire al ritmo del 2–5% l’anno a seconda della zona, e dunque saranno con ogni probabilità la più importante voce di spesa che vi troverete ad affrontare.
La situazione è pressoché identica nelle altre città economicamente sviluppate: con il crescere degli stipendi e del livello i produttività continuano a crescere anche gli affitti, e per moltissimi potrebbe non essere un ottimo affare trasferirsi da quelle parti. In alcuni casi dovrete spendere anche la metà del vostro salario per permettervi un tetto, una cucina condivisa e una camera singola. Anche i prezzi delle stanze condivise sono piuttosto cari.
Legislativamente parlando, anche nel Regno Unito Come in Italia è proibito chiedere al lavoratore compenso per avergli trovato lavoro. Per aggirare questa norma però si fatturano preparazione del Curriculum Vitae, la preparazione dell’abbigliamento per l’intervista e altri tipi di servizi: il risultato è che in molti sborsano cifre anche consistenti per poi trovarsi in mano un pugno di mosche. Meglio fare per conto proprio, seguendo quelli che sono i consigli che vi daremo tra pochissimo.
Al tempo stesso è necessario avere sia un buon Curriculum Vitae, sia una lettera di presentazione. Nel caso in cui se ne fosse sprovvisti e non si ha modo di prepararli per conto proprio, si può comunque utilizzate uno dei servizi offerti dalle centinaia di agenzie per l’impiego che troverete in tutte le maggiori città del Regno Unito. Si tratta di servizi che costano tra il 50 e i 100 sound. Chi voglia fare da solo può rivolgersi comunque al sito della BBC, la televisione/radio pubblica inglese, per ottenere diversi esempi di quello che è un buon CV preparato per il mercato britannico.
Ok con la solidarietà tra connazionali, ma non aspettatevi granché. Chi vuole emergere nel Regno Unito dovrà sudare dalla propria fronte per ottenere risultati, sia sotto il profilo della carriera che sotto il profilo più squisitamente economico.
Chi invece vuole una posizione da “colletto bianco”, troverà nelle maggiori città facilità di impiego nel settore della finanza, dell’economia, della gestione del risparmio, della legge e anche nel settore dell’ingegneria. Sono tante anche le opportunità per gli accademici, anche se è forse il caso di percorrere altre vie e contattare direttamente le università per accasarsi.
Le agenzie immobiliari possono sicuramente dare una mano, anche se le loro commissioni sono molto alte e forse non è assolutamente il caso di rivolgervisi, soprattutto se si sta partendo, metaforicamente parlando, con la valigia di cartone.
Anche in questo caso le agenzie italiane sono assolutamente da evitare: commissioni su commissioni per finire in appartamenti sovrapprezzati, in un paese dove il caro affitti è già un problema piuttosto serio. A seconda della città il prezzo per una stanza può variare grandemente, e a meno di non trovare immediatamente un lavoro remunerativo, difficilmente avrete la fortuna di abitare nel centro della città che avrete scelto.
Cambiare Paese, anche se la destinazione è l’accogliente Regno Unito, non è una passeggiata e soprattutto i primi tempi saranno durissimi, spesso conditi tra doppio o triplo lavoro saltuario per far quadrare i conti alla fine del mese. È anche vero che il Regno Unito ha dalla sua un sistema estremamente meritocratico e che prima o poi i vostri sforzi saranno sicuramente premiati.
Non esistono posti “semplici” e non esistono Paesi dalle porte così aperte da permettere praticamente a tutti di trovare il lavoro dei sogni. Questa regola è ovviamente valida anche per il Regno Unito, terra sicuramente di opportunità, ma da conquistare con sudore e competenze.
Non solo Londra
Nell’immaginario collettivo di noi italiani il Regno Unitoè praticamente associato con Londra. La City, il cuore della finanza europeo e mondiale, dove tutti possono trovare lavoro e possibilmente vivere nella prosperità (almeno secondo quanto in molti credono), non è però l’unico posto dove possiamo pensare di accasarci. Esistono infatti moltissime altre città, che troverete subito elencate di seguito:- Manchester: oltre ad essere la città che ospita due tra i migliori club calcistici del mondo, è una città dall’economia estremamente viva. Ha la fama di essere addirittura più grigia di Londra, ma si tratta comunque di qualcosa che sta cambiando a ritmi davvero spaventosi. Manchester offre molto svago, una scena musicale impareggiabile forse nel mondo, che offre impiego sia nel settore industriale che in quello dei servizi.
- Liverpool: per Liverpool vale grosso modo lo stesso discorso che abbiamo fatto per Manchester. Città incredibilmente viva, che non è più soltanto porto, ma un mondo economico fatto principalmente di servizi, soprattutto ricettivi e ricreativi. Ambiente frizzante, economia che tira, forse è più interessante di Londra per un immigrato di primo pelo.
- Bristol: incredibile a dirsi, ma è la città inglese con il più basso tasso di disoccupati. Altissima qualità della vita, si guadagna bene (e si spende meno che a Londra). Città viva, adatta sia ai giovani che ai meno giovani.
- Birmingham: La seconda capitale inglese, con un settore dei servizi che è letteralmente esploso più di dieci anni fa e che continua ad attrarre giovani da tutto il mondo. Ambiente multiculturale, moltissimi studenti universitari, vale sicuramente la pena tenerla in considerazione.
- Glasgow: Ci spostiamo più a nord, in quello che è il centro finanziario ed economico della Scozia. Posto estremamente interessante, che offre moltissimi posti di lavoro nel settore delle comunicazioni, dei media, della salute, e anche del retail. La vita notturna di Glasgow è forse seconda soltanto a quella di Londra ed è al tempo stesso una delle città più interessanti anche per gli studenti.
Si guadagna bene, ma occhio agli affitti
Non pensate di poter arrivare e campicchiare in zona 1 a Londra con i risparmi che vi siete portati dietro. Gli affitti, soprattutto negli ultimi anni, sono diventati da capogiro, e non è difficile trovarsi a pagare anche 200 pound (quanto vale una sterlina?) a settimana per una stanza in un’abitazione condivisa a circa 40 minuti di metro dal centro della City. Questo è dovuto principalmente all’estrema forza economica di Londra, una città il cui centro è praticamente occupato in pianta stabile da stranieri facoltosi e lavoratori della City, quelli che portano a casa stipendi annuali a 6 zeri e che dunque non hanno problemi a sborsare anche 5.000 sterline al mese per un piccolo appartamento.Quando si calcola come si vivrà, economicamente parlando, a Londra, bisogna dunque tenere in debita considerazione anche questo fattore. Non ci sono pasti gratis, ripeteva Milton Friedman, e in ossequio alle parole del popolare economista statunitense, a Londra hanno pensato di farveli pagare doppi, anche rispetto alle più care città italiane.
I costi degli affitti continuano a salire al ritmo del 2–5% l’anno a seconda della zona, e dunque saranno con ogni probabilità la più importante voce di spesa che vi troverete ad affrontare.
La situazione è pressoché identica nelle altre città economicamente sviluppate: con il crescere degli stipendi e del livello i produttività continuano a crescere anche gli affitti, e per moltissimi potrebbe non essere un ottimo affare trasferirsi da quelle parti. In alcuni casi dovrete spendere anche la metà del vostro salario per permettervi un tetto, una cucina condivisa e una camera singola. Anche i prezzi delle stanze condivise sono piuttosto cari.
Occhio alle agenzie che promettono lavoro
Il mercato dell’immigrazione verso il Regno Unito è tanto vivo che sono in molti gli avvoltoi che hanno deciso di sfruttarlo economicamente, spesso con metodi non limpidi e ai limiti della legalità. Sono moltissime, come riportato da diversi approfondimenti delle maggiori testate italiane, le agenzie gestite da italiani che, con la scusa di prepararvi un curriculum, vi spillano soldi con la finta promessa di un lavoro. Le testimonianze sono moltissime e ci costringono ad invitarvi a pensarci non due, ma tre volte prima di affidare il vostro futuro nel Regno Unito a questi personaggi.Legislativamente parlando, anche nel Regno Unito Come in Italia è proibito chiedere al lavoratore compenso per avergli trovato lavoro. Per aggirare questa norma però si fatturano preparazione del Curriculum Vitae, la preparazione dell’abbigliamento per l’intervista e altri tipi di servizi: il risultato è che in molti sborsano cifre anche consistenti per poi trovarsi in mano un pugno di mosche. Meglio fare per conto proprio, seguendo quelli che sono i consigli che vi daremo tra pochissimo.
Come muoversi appena arrivati in Inghilterra
Anche in Inghilterra, paese noto per una burocrazia particolarmente snella, ci sono degli adempimenti burocratici ai quali bisogna sottoporsi. Appena arrivati è necessario richiedere il National Insurance Number, un codice che assolve le funzioni che in Italia vengono espletate dal codice fiscale. Potete richiederlo nei Jobcentre plus, degli uffici governativi che sono praticamente in ogni quartiere. Attenzione, perché senza il National Insurance Number non si può lavorare legalmente nel Regno Unito.Al tempo stesso è necessario avere sia un buon Curriculum Vitae, sia una lettera di presentazione. Nel caso in cui se ne fosse sprovvisti e non si ha modo di prepararli per conto proprio, si può comunque utilizzate uno dei servizi offerti dalle centinaia di agenzie per l’impiego che troverete in tutte le maggiori città del Regno Unito. Si tratta di servizi che costano tra il 50 e i 100 sound. Chi voglia fare da solo può rivolgersi comunque al sito della BBC, la televisione/radio pubblica inglese, per ottenere diversi esempi di quello che è un buon CV preparato per il mercato britannico.
La necessità di un ottimo livello di inglese
Pensare di poter lavorare in Inghilterra ed in particolare a Londra senza conoscere ad un ottimo livello la lingua ingleseè pura fantascienza. Anche per le occupazioni più triviali, quelle che per intenderci si fanno in genere appena si è arrivati in un Paese (pensiamo al classico cameriere del pub) è necessario avere una conoscenza dell’inglese che vada oltre i classici Good Morning e Good Afternoon.Rete sì, ma non aspettatevi grandi aiuti
Nonostante gli italiani residenti a Londra, a Manchester e a Bristol siano tantissimi, non aspettatevi di trovare il piatto pronto. Al contrario di quanto avveniva in America qualche decennio fa, non possiamo assolutamente dire che si sia formata una comunità virtuosa di aiuto che possa fornirvi lavoro e sistemazione appena arrivati.Ok con la solidarietà tra connazionali, ma non aspettatevi granché. Chi vuole emergere nel Regno Unito dovrà sudare dalla propria fronte per ottenere risultati, sia sotto il profilo della carriera che sotto il profilo più squisitamente economico.
Dove trovare lavoro?
La prima soluzione, che potete consultare già da prima di partire alla volta del paese della Regina, sono i siti internet:- Sulla zona di Manchester va molto forte mymanchesterjobs.co.uk, sito che trova lavoro sulla sua zona principale di interesse;
- Su Liverpool potete consultare myliverpooljobs.co.uk e liverpoolinwork.co.uk;
- Peelports.comè un sito che è invece dedicato ai lavori al porto di Liverpool;
- Bristolpost.co.uk/jobsè invece il sito principale di riferimento per chi voglia stabilirsi a Bristol;
- Per Glasgow consigliamo invece glasgowjobs.com e gla.ac.uk/about/jobs;
- per la zona del porto di Aberdeen si può consultare aberdeen-harbour.co.uk;
- per la zona di Leeds è invece consigliato jobs.leeds.gov.uk;
- chi vuole invece stabilirsi a Derby, deve consultare derby.gov.uk/jobs-and-careers.
Che tipo di lavori sono richiesti nel Regno Unito?
Praticamente tutti. Trattandosi di un paese che ha ancora alle spalle un importante manifattura e comunque un enorme settore logistico per tramite dei suoi porti, nel Regno Unito è possibile trovare lavori anche manuali.Chi invece vuole una posizione da “colletto bianco”, troverà nelle maggiori città facilità di impiego nel settore della finanza, dell’economia, della gestione del risparmio, della legge e anche nel settore dell’ingegneria. Sono tante anche le opportunità per gli accademici, anche se è forse il caso di percorrere altre vie e contattare direttamente le università per accasarsi.
Come muoversi per la casa?
Dato che sarete alla ricerca, con ogni probabilità, di una casa da condividere, il primo posto in cui recarsi sono le diverse università del paese. Troverete bacheca ricchissime di annunci di persone che cercano un compagno di casa o di stanza e in pochi giorni potrete agilmente chiudere la pratica.Le agenzie immobiliari possono sicuramente dare una mano, anche se le loro commissioni sono molto alte e forse non è assolutamente il caso di rivolgervisi, soprattutto se si sta partendo, metaforicamente parlando, con la valigia di cartone.
Anche in questo caso le agenzie italiane sono assolutamente da evitare: commissioni su commissioni per finire in appartamenti sovrapprezzati, in un paese dove il caro affitti è già un problema piuttosto serio. A seconda della città il prezzo per una stanza può variare grandemente, e a meno di non trovare immediatamente un lavoro remunerativo, difficilmente avrete la fortuna di abitare nel centro della città che avrete scelto.
Vivere e lavorare in Inghilterra non è un avventura per tutti
Il Regno Unito, in conclusione, non è assolutamente un’avventura per tutti. Prima di fare un passo del genere vi invitiamo dunque ad accertarvi di avere tutte le carte in regola (professionalità richiesta e lingua inglese su tutte) e soprattutto ad anticipare quelli che potrebbero essere i problemi che vi aspettano una volta che vi sarete trasferiti.Cambiare Paese, anche se la destinazione è l’accogliente Regno Unito, non è una passeggiata e soprattutto i primi tempi saranno durissimi, spesso conditi tra doppio o triplo lavoro saltuario per far quadrare i conti alla fine del mese. È anche vero che il Regno Unito ha dalla sua un sistema estremamente meritocratico e che prima o poi i vostri sforzi saranno sicuramente premiati.