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Età pensionabile uomini e donne 2016: importo pensione anticipata e vecchiaia, info assegno sociale

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Qual è l’età pensionabile 2016? Chi non potrà andare in pensione nel 2015, sta già pensando a quelle che saranno le regole per il prossimo anno e con che importo potrà lasciare il lavoro. Quali sono le differenze tra uomini e donne? In questa guida al pensionamento seguiremo l’evoluzione nel dibattito che, nei prossimi mesi, con ogni probabilità si instaurerà a causa dell’aumento dell’età pensionabile che, ad oggi, dovrebbe scattare a partire dal 1° gennaio se non ci saranno particolari novità.
Par approfondire, rimandiamo alle nostre guide su: Assegno sociale: importo e disciplinaPensione di vecchiaia: guida completa

Età pensionabile pensione di vecchiaia 2016

Età pensionabile 2016: pensione sociale, vecchiaia e anticipata
Come abbiamo anticipato, salvo cambiamenti, a fine anno scatterà l’aumento relativo all’aspettativa di vita. Nell’articolo suggerito poc’anzi sono spiegati tutti i dettagli. Dal primo di gennaio l’aumento sarà di 4 mesi, per cui si procederà in questo modo:
  • Donne dipendenti settore privato 65 anni e 7 mesi
  • Donne lavoratrici autonome e gestione separata 66 anni e 1 mese
  • Donne e uomini impiegati nella Pubblica Amministrazione 66 anni e 7 mesi
  • Uomini lavoratori autonomi  66 anni e 7 mesi

Ricordiamo che per accedere all’assegno di vecchiaia occorre aver versato contributi per almeno 20 anni, altrimenti non si hanno i requisiti.


Età pensionabile per ricevere assegno sociale

L’assegno sociale spetta a partire dal 1° gennaio 2016 a partire da 67 anni e 7 mesi. Per i dettagli circa l’importo e le modalità per fare domanda, rimandiamo alla guida linkata precedentemente. In questa sede ci limitiamo a dire che ne hanno diritto coloro i quali non hanno maturato i requisiti per la pensione e che sono soggetti a particolari condizioni economiche.

Pensione anticipata 2016, età pensionabile continua a crescere

La pensione anticipata, ex anzianità, è consultabile in tutti i suoi dettagli cliccando qui. In questa sede ci limitiamo a dire che, stando così le cose, a partire dal 2016 l’aumento andrà in questo modo:
  • uomini: 42 anni e 10 mesi di contributi
  • donne: 41 anni e 10 mesi di contributi

Le penalizzazioni, previste per chi faceva domanda prima dei 62 anni dalla riforma Fornero, sono sospese fino al 2018 e, pertanto, si può fare domanda di pensione anticipata senza ricevere decurtazioni ed indipendentemente dalla propria età.

Prepensionamento donne con opzione contributiva: ci sarà la proroga?

Stiamo seguendo nella cronaca quotidiana le dinamiche relative alla proroga dell’opzione donna. Ad oggi il regime sperimentale scade il 31 dicembre 2015: staremo a vedere se sarà prorogato e quali saranno i requisiti anagrafici e contributivi per poter uscire anticipatamente dal lavoro. Dalla politica sono arrivate diverse aperture ma nulla é stato ancora deciso.

Dal 2016 pensioni più basse, è allarme?

Un ultima nota relativa all’importo delle pensioni per il prossimo anno. Abbiamo scritto del complesso meccanismo già in passato, riprendendo un articolo de Il Corriere della Sera che analizzava il tema approfonditamente. I dati negativi sul PIL che abbiamo purtroppo registrato negli ultimi anni si abbatteranno anche sulle pensioni. Il montante contributivo, cioè il denaro che viene accumulato mensilmente (circa il 33 per cento dello stipendio per coloro che sono lavoratori dipendenti), si rivaluta sulla base della dinamica quinquennale del PIL (prodotto interno lordo). In poche parole, in tempi di vacche magre come quelli che viviamo, la rivalutazione è molto bassa. La riforma Dini del 1995 è intervenuta modificando in parte il sistema con cui si calcolano i trattamenti pensionistici prevedendo che la quota contributiva, rivalutata annualmente per l'indice Pil, diventa quota di pensione tramite l'applicazione di coefficienti di trasformazione che hanno a che fare con l’età del lavoratore che presenta domanda all’INPS di pensionamento. Più quest’ultimo è in là con gli anni, più è alta la quota di pensione. Per chi nel 1995 aveva già versato 18 anni di contributi, la quota contributiva ha iniziato a decorrere dal 2012, secondo quanto previsto dal governo Monti. Per gli altri, invece, è già iniziato dal 1996.
Nel 2007 è intervenuta la riforma Damiano grazie alla quale i coefficienti hanno subito una diminuzione a causa dell'aumento legato alla speranza di vita. Il governo Berlusconi, con il decreto legge 78/2010, ha previsto che ad ogni aumento della speranza di vita, cosa che accadrà proprio a partire dal 2016, corrisponda una revisione dei coefficienti di trasformazione. Tutto ciò al fine di garantire l'equilibrio finanziario del sistema previdenziale italiano. L’ultimo aggiornamento è arrivato il 6 luglio 2015 ed è  l'ultimo aggiornamento triennale. A partire dalla prossima revisione, fissata per il 2019, gli adeguamenti avranno una cadenza biennali, ai sensi di quanto statuito dal decreto Salva Italia del 2011. Riprendiamo un esempio elaborato da Il Sole 24 Ore:
Aumento pensioni 2016
Clicca per ingrandire
…“un lavoratore medio, con meno di 18 anni di contributi al 1995, che accede quest'anno alla pensione di vecchiaia a 66 anni 3 mesi, a fronte di un montante contributivo di 200 mila euro, avrà una rendita maggiore di 18 euro lordi mensili rispetto a chi andrà in pensione con gli stessi requisiti il prossimo anno.  Tuttavia, a partire dal 2016, la pensione di vecchiaia si conseguirà con 66 anni 7 mesi e pertanto, fermo restando l'importo del montante contributivo, la pensione scenderà soltanto di 8 euro al mese”…

Per semplificare il calcolo, riportiamo la tabella pubblicata dal noto quotidiano economico che fotografa con precisione la situazione a cui si andrà incontro a partire dal prossimo anno.


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