Una lettera di richiamoè un ammonimento in forma scritta utilizzato per redarguire un lavoratore che si è comportato in maniera inadatta sul luogo di lavoro (non solo comportamenti gravemente scorretti, ma anche una piccola infrazione può portare ad una lettera di richiamo, soprattutto se prevista dal regolamento).
Se il lavoratore è avvezzo ad assentarsi ingiustificatamente dal lavoro o senza seguire i giusti tempi per la comunicazione, o se ritarda sul posto di lavoro o crea danno agli altri o all'azienda, è di certo suscettibile di una lettera di richiamo.
La lettera di richiamoè inviata dal datore di lavoro al lavoratore tramite raccomandata con ricevuta di ritorno. Di solito funziona come un avvertimento, nello specifico significa se non si modifica l'atteggiamento si può arrivare a subire conseguenze gravi e in caso di comportamenti recidivi si può arrivare anche al licenziamento.
Generalmente su una lettera di richiamo troviamo scritti il motivo del richiamo, la richiesta del datore di lavoro che chiede di modificare il comportamento inadatto e le conseguenze in caso in cui il comportamento scorretto persista.
Ci sono modi per difendersi quando il provvedimento disciplinare viene emesso a torto. Non sempre i datori di lavoro sono nel giusto, talvolta ci si può trovare davanti ad un vero e proprio abuso di potere. Cosa si deve fare in questi casi?
Per legge, sia in caso di comportamento scorretto del dipendente, sia in caso di un abuso di potere da parte del datore di lavoro, si hanno cinque giorni di tempo per rispondere alla lettera di richiamo con una lettera di difesa. Si può anche chiedere l'intervento del sindacato e l'aiuto da parte di un assistente sindacale. Un provvedimento disciplinare non può considerarsi completo se non è trascorso tale termine di cinque giorni.
Lettera di richiamo: come comportarsi
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Il lavoratore può agire in propria difesa, sia per iscritto che in forma orale e il datore di lavoro deve accettare entrambi i tipi di risposta al richiamo. Consigliamo di non scrivere mai senza l'aiuto di un esperto o di un rappresentante sindacale: nel caso in cui la lettera di risposta sia a sua volta provocatoria, la situazione potrebbe peggiorare notevolmente.
Una volta concluso questo iter il datore di lavoro potrà scegliere se procedere o meno con il provvedimento disciplinare. Nel caso in cui il datore di lavoro decida di proseguire dovrà registrare per iscritto le proprie motivazioni, specificando il perché la difesa da parte del lavoratore non sia stata accolta.
In questo caso il datore di lavoro ha solo dieci giorni di tempo per comunicare la decisione presa al lavoratore. In caso in cui il lavoratore non abbia presentato una difesa, il datore di lavoro ha dieci giorni di tempo a partire dal quinto giorno dopo l'arrivo al lavoratore della lettera di richiamo. In caso in cui il datore di lavoro non provveda entro dieci giorni, il richiamo sarà considerato nullo.
Se ricevete una lettera di richiamo e siete certi di essere nel giusto non dimenticate di chiedere ad un rappresentante sindacale. In casi gravi di abuso di potere, mobbing e simili, potete rivolgervi anche ad un legalespecializzato in diritto del lavoro che saprà di certo indicarvi la strada giusta da percorrere.
Se ricevete una lettera di richiamo e siete certi di essere nel giusto non dimenticate di chiedere ad un rappresentante sindacale. In casi gravi di abuso di potere, mobbing e simili, potete rivolgervi anche ad un legalespecializzato in diritto del lavoro che saprà di certo indicarvi la strada giusta da percorrere.
In caso in cui vi siate realmente comportati in maniera scorretta sul posto di lavoro, sta a voi decidere se modificare il vostro comportamento per evitare il licenziamento. Consigliamo, sia a datori di lavoro che ai lavoratori, di gestire le situazioni con calma e intelligenza ed evitare azioni avventate, soprattutto nel caso in cui queste potessero risultare in azioni legali, particolarmente costose e lunghe per entrambe le parti in causa.