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Pensioni news, sulla flessibilità in uscita deve intervenire anche il Ministero della Salute

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Pensioni news 8 novembre 2015 - Settembre è un mese importante che vede la ripresa dei lavori parlamentari e, inevitabilmente, si continua a discutere di riforma pensioni. Le proposte per la pensione anticipata sono molteplici e ne abbiamo analizzate tante nel corso degli ultimi mesi: tutte propendono, come è noto, verso una maggiore flessibilità in uscita. Oggi abbiamo il piacere di ospitare una riflessione dell’ingegner Paolo Ercolani, intervenuto su queste pagine con la sua proposta della quota 100 con esodo volontario.

Il tema previdenziale è al centro del dibattito politico italiano fin dai tempi della riforma pensioni Fornero e, nonostante le critiche, ben poche modifiche sostanziali sono state apportate al nuovo istituto della pensione anticipata. Gli esodati, simbolo degli errori del governo Monti, non sono stati ancora del tutto salvaguardati (si legga, al riguardo, il nostro articolo sulla settima salvaguardia) e molte situazioni pendono ancora, con le varie promesse dei politici che parlano di un aggiustamento concreto e definitivo entro la fine di quest’anno, possibilmente con la Legge di Stabilità. I segnali emersi negli ultimi giorni, comunque, non paiono essere molto incoraggianti.

Lasciamo, quindi, spazio ad Ercolani che, in maniera del tutto volontaria, è una delle voci del web che si adoperano per arricchire la pubblica discussione sulla vicenda fornendo le sue opinioni sulla richiesta di maggiore flessibilità in uscita che vengono dagli interessati.
Diversi studi mettono in evidenza come nel corso degli ultimi anni la speranza di vita sia progressivamente aumentata. Tali studi prevedono addirittura che tenderà ad aumentare anche in futuro. Per questa ragione il DL 78/2010 convertito con legge 122/2010 ha previsto il progressivo innalzamento dei requisiti per l'accesso alla pensione (sia di vecchiaia che anticipata).

Tale innalzamento è stato poi confermato dalla Riforma Fornero. Nell’art. 24, comma 12, della legge n. 214/2011 è infatti previsto che gli adeguamenti alla speranza di vita vengano applicati a tutti i requisiti anagrafici necessari per l'accesso attraverso le diver­se modalità stabilite per il pensionamento.
Peccato che però la speranza di vita considerata dalla legge sia una media statistica e che, come noto, l’uso delle medie statistiche possa avere effetti particolarmente discorsivi e paradossali.
L’effetto più noto è quello per cui, se qualcuno mangia un pollo e qualcun altro no, in media tutti hanno mangiato mezzo pollo. Ve ne sono poi altri di uguale significato, come il caso di una persona annegata in un fiume con una profondità media di mezzo metro.

Pensione anticipata, anche il Ministero della Salute al tavolo?In sostanza, appare molto strano che durante tutti questi anni la normativa relativa alla quiescenza abbia continuato ad utilizzare un’entità statistica che non può essere applicata al singolo lavoratore, il quale un’entità statistica non è.
Ve l’immaginate se a tutti fosse corrisposto un assegno pensionistico di entità pari alla media del totale delle pensioni pagate dall’INPS, indipendentemente dai contributi versati da ciascuno? Probabilmente si scatenerebbe un’insurrezione popolare. Invece, chissà perché, l’applicazione di un’aspettativa di vita uguale per tutti è passata “senza colpo ferire”!

Per fortuna qualche mente pensante ha iniziato a rendersi conto di questa astrusità e ha proposto che venga eliminata, o quanto meno corretta nel mettere mano alla “Riforma della Riforma Fornero”.  Alcuni parlamentari della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati hanno infatti evidenziato la necessità di valutare l'introduzione di elementi di diversificazione dell'aspettativa di vita.
La diversificazione proposta riguarda però solo la storia del singolo lavoratore, particolarmente quella legata alla condizione di lavoro, che ovviamente incide sul suo stato fisico e quindi anche sulla sua aspettativa di vita. Non è stata proposta alcuna diversificazione riguardante lo stato di salute prevedibile in ragione di predisposizioni genetiche a contrarre malattie incurabili e quindi a morire prematuramente. 

Questo fatto appare alquanto strano, perché quali altri fattori incidono sull’aspettativa di vita di un lavoratore come le  implicazioni mediche delle sue predisposizioni genetiche?
Appare inoltre oltremodo strano che i nostri legislatori abbiano glissato in un modo così incomprensibile su una questione tanto importante proprio in un’epoca nella quale è sempre più diffuso l’esame del genoma per conoscere preventivamente le patologie alle quali si è predisposti.

Per quanto sopra esposto ritengo pertanto importante e urgente che al tavolo della revisione della Riforma Fornero non siedano solo i tecnici dei Ministeri del Lavoro e dell’Economia, ma anche quelli del Ministero della Salute.

Riforma pensioni 2016, si spera nella flessibilità in uscita: il vostro parere prima di tutto!

Ringraziamo l’ingegner Ercolani per il suo prezioso intervento e per la sensibilità che ha mostrato sull'argomento. Affari Miei cerca, quotidianamente, di tenere vivo il dibattito con gli ultimi aggiornamenti provenienti dal cantiere della previdenza. Il vostro parere, nell’ambito di tutto questo, è estremamente importante: vi invitiamo ad esprimerlo in un commento ed a seguirci iscrivendovi alla newsletter che trovate in basso. Riceverete gratuitamente i principali aggiornamenti sul tema.

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