In molti articoli del blog abbiamo parlato del quantitative easing della BCE, cercando di chiarire lapidariamente il significato e gli effetti che sta avendo sui mutui, sul credito in generale e sugli investimenti. Che cos’è di preciso? Volendo essere molto semplici, come nostro solito, possiamo dire che il QE altro non è che un’operazione che gli economisti definiscono di politica monetaria espansiva: una volta toccava alle Banche Centrali nazionali svolgere questo ruolo, da quando siamo entrati nell’Unione Europea, invece, non possiamo più farlo come Italia e ci tocca attendere che la decisione arrivi da Francoforte, sede della BCE. Cosa che è ormai accaduta da tempo e che, alla luce delle ultime notizie del 3 dicembre 2015, proseguirà anche l’anno prossimo. In pratica la BCE, guidata dal nostro connazionale Mario Draghi, sta comprando Titoli di Stato ed obbligazioni dei Paesi membri dell’Unione: lo scopo è quello di abbassare i tassi dei mutui immettendo liquidità nell’economia.
Effetti del Quantitative Easing sull’economia
Finora abbiamo visto una serie di fatti inconfutabili:
- In tema di investimento, sono scesi i tassi perchè le banche, ottenendo sostanzialmente maggiore liquidità a basso costo, hanno meno interesse a “pagare” i risparmiatori che gli prestano i soldi. Potete vederlo tranquillamente nei nostri approfondimenti dedicati ai conti deposito, al libretto postale, ai buoni postali, ai conti correnti ed a tutti i prodotti in generale d’investimento.
- Capitolo mutui e prestiti. Come accennato, sono scesi i tassi perché le banche hanno ripreso a fare credito: gli istituti hanno meno interesse rispetto a qualche anno fa a comprare titoli di Stato, acquistati dalla BCE e con i rendimenti, di conseguenza, più bassi, e sono tornate ad occuparsi maggiormente di un compito importante come l’erogazione di mutui e prestiti. Mentre scriviamo (dicembre 2015) segnaliamo il notevole aumento dei mutui e dei prestiti nel corso di quest’anno. Ciò si è tradotto in minori interessi per chi si indebita perché, appunto, aumenta la concorrenza tra gli istituti.
Quanto tempo durerà ancora il quantitative easing?
Durante la conferenza stampa del 3 dicembre 2015 Mario Draghi ha comunicato che si andrà oltre la data fissata in principio, quella del settembre 2016, e che l’operazione si protrarrà almeno fino a marzo 2017. Questo significa che la situazione attuale con tassi bassi sui mutui e sugli investimenti sicuri (cioè quelli, tendenzialmente, meno esposti ai rischi) rimarrà inalterata almeno per un altro anno e tre mesi. La novità è che saranno acquistati anche bond di Regioni ed Enti locali (esempio: Lander tedeschi), purchè le loro caratteristiche saranno simili a quelle che la BCE accetta secondo i suoi parametri. L’importo mensile continuerà ad essere di 60 miliardi e, quindi, non sarà mutato lo stock di denaro che viene immesso: semmai assisteremo ad una diversificazione.
Previsioni 2016: cosa determinerà il quantitative easing?
Difficile che possiamo spingerci in previsioni personali circa la crescita dell’inflazione, che è uno dell’obiettivo dell’immissione di denaro, e sulla ripresa dell’economia in generale. Noi di Affari Miei possiamo limitarci a dire quello che a noi piccoli risparmiatori interesserà:
- I mutui continueranno a mantenersi su tassi bassi. Il calo dei tassi rende particolarmente vantaggiosa la surrogazione.
- I prodotti di investimento tradizionali come Titoli di Stato, Conti Deposito e Buoni Fruttiferi Postali continueranno a garantire interessi estremamente bassi, come abbiamo raccontato anche nella nostra guida sugli investimenti.
- Probabilmente aumenteranno le compravendite immobiliari e, nel medio periodo, saliranno anche i prezzi degli immobili vista la ripresa della domanda. Abbiamo dedicato all’argomento diversi articoli:
- Conviene comprare casa oggi
- Comprare casa senza mutuo
- Investimenti immobiliari 2016
Rimandiamo alle considerazioni espresse in questa sede per maggiori approfondimenti.