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Come guadagnare online: la guida definitiva

Se siete capitati su Affari Miei, probabilmente, è perché vi state chiedendo come guadagnare online nel 2016. E’ una domanda del tutto legittima, visto il crescente interesse verso il web che si è sviluppato negli ultimi anni. Google, Facebook, Youtube, Twitter, Instagram e Whatsapp ci hanno letteralmente cambiato la vita, trasformando processi produttivi e sociali nel giro di pochissimo tempo: da qui la curiosità di tanti neofiti del guadagno in rete verso i vari filoni che si stanno strutturando in maniera sempre più definitiva.

Il nostro blog affronta già il tema in maniera molto vigile: esiste un’apposita sezione dedicata al guadagno online. Tuttavia, dopo più di un anno di attività, ci siamo resi conto della necessità di creare un’unica pagina che faccia da guida e mostri tutte le prospettive ad oggi praticabili su internet sia in forma imprenditoriale che professionale o subordinata. Se avete poco tempo da dedicare a questa lettura, dunque, vi consigliamo di salvare la pagina nei preferiti e tornarci con calma perché questo articolo nasce per essere il migliore presente in rete per semplicità e completezza: una base solida da cui partire per capire come guadagnare online seriamente e senza perdere troppo tempo.

Internet è pieno di articoli, non stiamo di certo facendo una cosa nuova. Quello che ci preme realizzare attraverso il post che andiamo a sviluppare è la creazione di una mini-guida che possa chiarire soprattutto ai non addetti ai lavori come bisogna muoversi nel complesso mondo del web. Non sarà questa lettura a spiegarvi come fare soldi subito ma potrà rappresentare un passaggio importante per il vostro desiderio di conoscenza: vi fornirà gli strumenti per discernere le varie prospettive e decidere in che settore specializzarvi.

Si può guadagnare online senza investire?

No, nella vita non si può fare nulla senza alcun investimento. Sia esso un investimento di carattere economico o un investimento di tempo, qualsiasi progetto nasce con delle solide basi che hanno ore ed ore di studio oppure investimenti destinati all’acquisizione di competenze e servizi. Fermatevi un attimo a riflettere: è possibile diventare avvocato o commercialista senza investire? Voi direte di si, eppure solo per iscriversi all’albo i professionisti hanno studiato 5 anni all’Università (magari fuori sede), comprato libri, trascorso ore a preparare gli esami e sostenuto una pratica sovente pagata poco. Aver ottenuto l’abilitazione, poi, non garantisce affatto l’esercizio redditizio della professione. Bene, è la stessa cosa anche per il web: non si può pensare di guadagnare online se non si ha tempo o se non si hanno soldi da dedicare alle proprie aspirazioni.

L’importanza delle competenze

Abbiamo già proposto in altri articoli il ragionamento, mutuato dal collega Alessandro Nicolettidi Aprire Azienda, delle competenze primarie e secondarie. Lo ripetiamo per coloro che sono arrivati su Affari Miei per la prima volta:

Competenze primarie –Rappresentano la conoscenza di base della materia che si vuole trattare. Se non ne capite di moda, non potete pensare di aprire un blog che parli di vestiti oppure vendere tramite un e-commerce i capi di ultimo grido.
Competenze secondarie – Sono quelle tecniche che riguardano lo sviluppo di un progetto sul web. Dovete assolutamente conoscere come si usano i principali tool gratuiti o a pagamento, come scrivere contenuti ottimizzati per il web, come usare un CMS (Wordpress, Joomla o Blogger di solito), come gestire i social network e come lavorare alla SEO on page ed off page. Siamo sicuri di aver mancato qualcosa ma se siete dei neofiti, probabilmente, non conoscete gran parte dei concetti a cui abbiamo fatto richiamo.

Le competenze primarie sono tali perché dovete possederle già oppure dovete avere la possibilità di acquisirle in tempi brevi, magari con lo studio. Quelle secondarie vengono dopo ma sono altrettanto importanti: potete essere dei luminari della medicina o del diritto ma se non sapete comunicarlo su internet non avrete mai la notorietà che meritate.

Come guadagnare online: tutte le prospettive di business e di lavoro

Fatta la dovuta introduzione, entriamo nel cuore del nostro articolo che dividiamo fondamentalmente in due parti: la prima è dedicata all’avvio di un business sul web e si rivolge a coloro che vogliono diventare imprenditorio professionisti (o che lo sono già e vogliono crescere grazie ad internet). La seconda, invece, è dedicata a tutti quanti vogliono imparare un lavoroche si può svolgere in autonomia, da freelance, o alle dipendenze di aziende che operano sul web. Considerate che il mondo della rete si caratterizza per essere liquido e, per questo, il concetto di lavoratore autonomo e dipendente è molto sfumato rispetto ad altri settori tradizionali.

Attività da avviare su internet: i tre principali filoni

Fondamentalmente, chi vuole guadagnare online da casain una prospettiva imprenditoriale, può svolgere una serie di attività che sono configurabili in tre filoni di base. Ne esistono sicuramente altri ma, in questo articolo, ci concentreremo sui principali. Su internet, in pratica, è possibile:
  • Guadagnare acquisendo clienti per i propri servizi;
  • Guadagnare con un blog;
  • Aprire un negozio online.
Le tre soluzioni per costruire un business su internet non sono separate da una linea di confine molto ampia nel senso che, molto spesso, l’una segue alcuni criteri utilizzati dall’altra. In generale, però, ognuno dei settori è indirizzato verso il raggiungimento di determinati obiettivi ed ha una diversa forma di monetizzazione.

Acquisire clienti grazie ad internet

Se siete dei professionisti oppure avete imprese che erogano servizi di vario tipo, sia nella vostra città che su tutto il territorio nazionale, potete trovare nel web un valido alleato. Le strategie cambiano a seconda della grandezza della vostra azienda, dal volume d’affari che fate e dal numero di clienti che puntate ad intercettare. Se avete un ristorante, probabilmente, vi serve parlare ai consumatori di una determinata area attraverso i social network oppure grazie ad un piccolo blog aziendale che riesca, mediante attività a pagamento o potenzialmente gratuite (Google Adwords, Facebook ADS o ottimizzazione SEO del portale) a parlare ai vostri potenziali clienti. Molto probabilmente, però, se siete impegnati nello svolgimento della vostra attività, non avete il tempo e le competenze primarie per gestire questi strumenti da soli e dovete rivolgervi ad una web agency oppure a professionisti autonomi per realizzare tutto ciò e questo, inevitabilmente, ha un costo. Sebbene siate chiamati a delegare, il consiglio è di fare in modo comunque di apprendere le competenze di base per capire quello che andrete a fare: molti sono rimasti scottati, infatti, perché hanno creduto a millantatori o, semplicemente, non hanno capito che una campagna pubblicitaria non può sostituirsi completamente a tutti i principi di base che governano il funzionamento di una buona attività.

Il discorso, chiaramente, si complica per le PMI che molto spesso sono a conduzione familiare ed occupano poche persone. Pensare che le piccole e medie imprese possano evitare di affacciarsi al web è un’idea piuttosto miope vista la rivoluzione che ha ormai imposto alle nostre vite. Più logico, in questo caso, è pensare di imparare mediante l’acquisto di libri e corsi quelle che sono le attività più elementari che si possono svolgere per migliorare il proprio business. Un concetto, questo, che abbiamo espresso nel post dedicato all’acquisizione di clienti mediante internet per gli avvocati e che può essere estesi ad ogni professione. Più è piccolo il business, infatti, più sono minori le necessità a cui si va incontro. Molti tecnici potrebbero dirvi che occorre rivolgersi a dei professionisti ma, considerati i costi, non è detto che possiate permettervelo. Allora bisogna fare tutto da soli? Assolutamente no, sarebbe deleterio perché sprechereste tempo e risorse. Semplicemente può essere sensato, piuttosto che delegare tutto, cercare di fissare un budget da destinare in parte alla propria formazione personale ed in parte all’acquisizione dei servizi nella fase iniziale. Una volta che avrete imparato a fare ciò di cui avete effettivamente bisogno (per chiarire, ad un ristorante non serve avere un portale che faccia concorrenza a Giallo Zafferano) potete decidere, in base alle vostre esigenze, se svolgere tutto in autonomia oppure se delegare una parte del lavoro ad un professionista.

Ma come impostare il blog aziendale? E’ sicuro che non dovete fare un sito statico con pochissimo testo a mo’ di pagine gialle. I contenuti vanno pianificati oculatamente e devono mostrare competenza nella materia che trattate, devono essere una sorta di approfondimento gratuito che fornite ai vostri clienti e con il quale rispondete a quelle che possono essere le loro esigenze prodromiche all’acquisto. Se siete un’azienda edile che si occupa di ristrutturare camini, è probabile che il vostro futuro cliente cerchi quanto costi il lavoro, come si deve svolgere, se ci sono agevolazioni fiscali o argomenti simili. Il vostro compito è quello, in questo caso, di dare una risposta mostrandosi interlocutori validi ed affidabili: solo così l’utente potrà fare il passaggio da consumatore di informazioni a cliente vero e proprio.

Riepilogando, quindi, ad aziende e professionisti il web serve per acquisire clienti: ciò si può fare mediante la creazione di un sito web aziendale ed il ricorso ai social network. A seconda delle dimensioni del business, si può decidere di esternalizzare completamente il processo oppure di acquisire le nozioni per mantenere la guida.

Guadagnare online con un blog

E’ una delle prospettive più difficili perché postula la conoscenza di una serie di nozioni che abbracciano la materia che si vuole trattare, il web generale da un punto di vista tecnico ed il web marketing per la gestione del progetto: insomma, serve una strategia concreta. Vi siete spaventati? Vi stiamo solo mettendo in guardia: ogni giorno vengono aperti tantissimi blog ma solo pochi continuano e, alla lunga, si affermano diventando molto più di un hobby. Non sempre sono i migliori a vincere la sfida verso il successo: ad andare avanti, molto spesso, è chi riesce a darsi un metodo. La passione è un sentimento: si tratta di una cosa bellissima ma, dopo un po’ di tempo, viene meno nel momento in cui il proprio giocattolo diventa una cosa seria. Il metodo è lo strumento per raggiungere l’obiettivo che, come per tutte le attività, è la monetizzazione.

Come si guadagna con un blog? La risposta a questa domanda è una delle basi che poi determinano la costruzione del metodo per raggiungere l’obiettivo. Ci sono varie strategie per guadagnare, molte delle quali applicabili simultaneamente oppure introducibili un po’ alla volta, man mano che il progetto si evolve. Schematicamente, il primo passaggio indispensabile consiste nella scelta dell’argomento del blog. L’argomento non solo deve essere affine alle vostre competenze ma deve essere:
  • Interessante: non intendiamo il termine nell’accezione del meritevole d’interesse perché tutto ciò che è cultura lo è. Quello che vogliamo dire è che il tema, che nel linguaggio del blogging viene ad essere definito nicchia, deve essere molto richiesto dalle persone. Per capire quello che gli altri vogliono esiste il tool gratuito di Google Keyword Planner che vi permette di valutare il numero di ricerche mensili riguardo alle parole chiavi (keyword) che inserite. Tramite questo importantissimo tool possiamo ottenere tantissime altre informazioni che riguardano la monetizzazione con il circuito pubblicitario di Adsense ma ci torneremo in seguito ed, eventualmente, in una guida apposita dedicata al sistema. Quello che ci interessa capire adesso è semplicemente se un gruppo di parole chiave correlate ad un bisogno, un’esigenza, un prodotto o un argomento suscitano l’attenzione di una platea di persone ben definita. Quante ricerche devono esserci? Non esiste una risposta valida per tutti i settori: dipende dall’argomento, da come volete monetizzarlo, da cosa volete fare (dare informazioni, vendere, offrire servizi);
  • Scalabile: nel senso che l’offerta di contenuti non deve essere satura. Al 99% qualsiasi cosa di cui vorrete parlare è stata già affrontata da qualcun altro: questo non deve rappresentare una barriera ma un dato da cui partire. Più sono agguerriti i concorrenti, più dovete essere bravi voi a proporre qualcosa di diverso: si chiama mercato, bellezza! Esattamente come quando pensate di aprire un bar o una paninoteca, anche quando decidete di aprire un blog dovete valutare cosa hanno fatto gli altri fino a quel momento e se può esserci spazio per voi. Questo tipo di valutazione può essere molto più semplice se prima di diventare divulgatori siete stati consumatori di informazioni: in questo caso, probabilmente, la scintilla vi è scattata proprio perché avete notato qualcosa che manca oppure perché volete offrire un altro punto di vista. La diversità è un’arma formidabile che contribuisce ad arricchire la nostra società;
  • Economicamente sostenibile: che cosa vuol dire? Che non tutte le cose che interessano sono, alla fin dei conti, suscettibili di essere monetizzate. Conoscere il greco antico può essere affascinante e sicuramente interesserà migliaia di persone: è difficile, però, che ci siano investitori disposti a comprare spazi pubblicitari o vendere servizi, ammesso che non siate voi stessi a proporre qualcosa di inerente al tema che contate di vendere ad una platea più o meno definita. Negli ultimi anni, ad esempio, abbiamo visto di come sia difficilmente sostenibile l’informazione tradizionale: i giornali chiudono e nemmeno l’avvento del web, salvo rare eccezioni, ha portato una migliore redditività nei progetti editoriali. Se volete aprire un blog di calcio, sport, politica o simili, sappiate che per quanto affascinante sarà molto difficile ottenere dei guadagni tangibili. Non sta a noi dire se tutto questo è giusto oppure no: Noam Chomsky, che non è proprio l’ultimo dei passanti nel panorama culturale mondiale, si è posto il problema con Edward S. Herman ne La Fabbrica del Consenso nel lontano 1988. Vi consigliamo la lettura di questo libro che, sicuramente, contribuirà ad elevare il vostro livello culturale. Quello che ci interessa alla fine della monetizzazione, è capire che non tutti gli argomenti hanno una redditività elevata e che, pertanto, conviene far sì che il proprio progetto sia improntato su settori interessanti per inserzionisti pubblicitari o per vendere beni o servizi connessi all’argomento. Un sito sulla pesca o uno sulla caccia, ad esempio, saranno sicuramente più appetibili rispetto ad uno che parla di gossip perché il pubblico potenziale è interessato ad un argomento ben specifico: ciò giustifica un maggior esborso dell’investitore pubblicitario che è sicuro di parlare ad una platea altamente profilata e non di sparare nel mucchio come avviene, ad esempio, con le pubblicità televisive degli assorbenti che, siamo sicuri, tanto vi interessano!
Chiariti questi aspetti, passiamo alla fase successiva strettamente tecnica: come guadagnare online con un blog. Le informazioni riportate in precedenza ci devono essere di aiuto nella fase di pianificazione editoriale: cosa scrivere, come scriverlo e per fare cosa. E’ un’attività estremamente complessa: se iniziate a farlo da soli è possibile che sbagliate per mesi. Anche chi scrive ha rincorso a lungo un metodo e, ancora oggi, spesso si trova a fare delle valutazioni errate rispetto a pensieri o progetti vari. L’esperienza o la consulenza di un professionista non annullano il margine di errore ma lo riducono sensibilmente.

I modi per guadagnare con un blog sono:
  • Pubblicità tradizionale: esistono sistemi come il programma Adsense di Google che permettono di inserire banner nel proprio sito. Il pagamento in questo caso è PPC (acronimo di Pay per click): a seconda dell’argomento, ogni click avrà un valore che ci verrà pagato poi dal gestore della piattaforma. Google, attraverso i cookies, mostra agli utenti pubblicità che in qualche modo gli interessano e, pertanto, generalmente la percentuale di click che si ottiene è statisticamente preventivabile tra il 2 ed il 5 per cento dei visitatori. La redditività su Adsense si misura in RPM, cioè ricavo per ogni mille pagine viste: se si ha un RPM di 3 euro, ad esempio, significa che su 10 mila pagine viste potenziali si possono guadagnare 30 euro. Accanto ad Adsense esistono altri programmi che funzionano in maniera simile anche se, nell’ambito del PPC, al momento non pare esista una vera e solida alternativa;
  • Pubblicità diretta: se il vostro blog parla ad una platea molto ristretta, è probabile che possano esserci degli investitori che, anziché acquistare la pubblicità mediante programmi come Adsense, vi contattino per fare una pubblicità diretta. In questo caso evitate l’intermediario ed i vostri guadagni sono maggiori: per essere contattati o per potersi comunque presentare agli investitori personalmente o mediante un’agenzia commerciale è chiaramente fondamentale essere visibili e, quindi, sviluppare il proprio prodotto editoriale nella fase di start-up. Anche in questo caso non si può dire con esattezza quante visite bisogna fare per essere appetibili: dipende dal settore e dai volumi di persone che sono interessate all’argomento trattato. Maggiore è lo spazio che occupate nell’ambito della nicchia, migliori sono le possibilità di ottenere contratti o accordi commerciali;
  • Affiliazioni: si tratta di un sistema che, mediante l’apposizione nel vostro sito di banner o link testuali, vi permette di guadagnare una percentuale sulla vendita di prodotti. Il programma più famoso è quello di Amazon ma ce ne sono tanti altri, distribuiti quasi per ogni settore. L’affiliazione, volendolo dire in maniera molto semplificata, è una via di mezzo tra la pubblicità tradizionale e l’e-commerce: voi non vendete nulla ma parlate di un prodotto o di un servizio. Tramite sistemi che tracciano le visite, guadagnerete una percentuale definita contrattualmente sulle vendite oppure sui lead (ad esempio, preventivi che gli utenti chiederanno all’azienda che investe) che si genereranno. E’ chiaro che, in questo caso, occorre progettare un blog che parli di prodotti specifici o argomenti molto dettagliati, così da intercettare visite da parte di utenti interessati all’argomento che, magari dopo una recensione, decidono di acquistare. Non tutti se ne stanno accorgendo ma, soprattutto i giovani, prima di comprare prodotti o servizi sono soliti proprio informarsi su internet: molti dei siti che visitate guadagnano anche con sistemi di questo tipo! Le affiliazioni non escludono la pubblicità Pay per click: un blog può contemporaneamente ospitare entrambe le cose, diversificando le entrate;
  • Vendita di prodotti o servizi: come per le affiliazioni, anche in questo caso troviamo una forma di monetizzazione del blog che si intreccia con un altro dei filoni del guadagno online, quello dell’acquisizione di clienti. Se diventate particolarmente esperti in un determinato argomento, infatti, potete pensare di vendere consulenza tramite il blog. Cerchiamo di spiegarlo in maniera semplice: se il vostro blog parla di trucchi, è probabile che se diventate autorevoli sul web ci possa essere qualcuno disposto a pagare per avere un vostro parere o, se svolgete la professione di truccatore o truccatrice, l’utente potrebbe desiderare di acquistare la vostra professionalità.
    Altra modalità di monetizzazione di questo genere è la vendita di info-prodotti: ne avete mai sentito parlare? Si tratta di guide tematiche, specializzate su un argomento: una sorta di contenuto premium sottoforma di e-book che l’autore del blog vende ai suoi utenti. Se, per esempio, siete diventati tra i più importanti blogger che trattano l’argomento del fai da te in casa, potete pensare di scrivere una guida a pagamento su qualcosa di specifico che può interessare al vostro pubblico. L’info-prodotto molto spesso è uno step successivo che risponde ad esigenze che si manifestano dopo che il blog ha intercettato un traffico particolare ed ha capito come rispondere a determinate esigenze.
Questo, in generale, è tutto quanto dovete sapere di base per guadagnare con un blog. Chiaritevi bene le idee prima di iniziare e sappiate che, in ogni caso, si tratta di una sfida molto difficile che richiede competenze, abnegazione e spirito di sacrificio: se non siete pronti a lavorare per settimane, mesi e forse anni prima di raggiungere il successo, continuate ad inviare curricula e lasciate perdere.

Come guadagnare online: aprire un e-commerce

Passiamo alla terza frontiera dell’imprenditorialità sul web: l’apertura di un negozio online. Anche in questo caso non si tratta di una novità: l’hanno già fatto in tanti e molti, purtroppo, hanno commesso l’errore di ritenere che il web sia più semplice perché non ci si interfaccia con delle persone come nella vita off-line. Iniziamo a dire che non potete inventarvi Amazon, eBay, Aliexpress, Valuebaskete simili: dietro ormai ci sono grossi capitali, si tratta di multinazionali enormi. Al massimo, in determinati settori, potete valutare di usare le piattaforme per vendere laddove lo riteniate opportuno.

In questo spazio ci interessa parlare dell’apertura di un e-commerce di nicchia attraverso l’elaborazione di una propria piattaforma, che è il desiderio della maggior parte delle persone interessate all’argomento. Abbiamo precisato subito il concetto “di nicchia” per rafforzare l’idea che prima di muovervi dovete togliervi dalla testa di vendere telefonini o capi firmati: l’hanno già fatto gli altri, ci sono capitali immensi investiti da multinazionali in altri progetti e non avete alcuna speranza. Il discorso è diverso, invece, per chi vuole vendere prodotti artigianali o estremamente settoriali. In questo caso il ragionamento non si diversifica molto dall’apertura di un qualunque negozio tradizionale: cercate di capire se c’è già qualcuno che vende le vostre stesse cose sia sui grossi siti di e-commerce che con piattaforma autonoma, valutate se e come potete rendervi competitivi sul prezzo o sulla qualità. E poi? Il ragionamento è molto simile a quando si apre un blog: anche in questo caso, infatti, bisogna capire quante persone sono interessate all’argomento ma con una sostanziale differenziazione. Se nell’editoria, infatti, va bene tutto purchè porti traffico (o quasi!), nella vendita è diversa perché ci sono tipologie di ricerche che sono orientate all’informazione e tipologie di ricerche orientate alla vendita. Non è escluso che il vostro negozio online abbia un blog aziendale di informazione sugli argomenti, anzi è preferibile per riuscire comunque a parlare ad un pubblico più ampio. Quello che conta, però, è cercare di ragionare sui volumi più orientati alla vendita: per esempio, chi cerca il prezzo, le opinioni e le recensioni sull’aspirapolvere della marca X è potenzialmente più propenso a comprare di chi cerca come si usa l’aspirapolvere.

Il successo dell’e-commercenon può non essere influenzato dalla qualità di ciò che si vende: se realizzate voi stessi prodotti artigianali, ad esempio, può rappresentare un ulteriore canale per aggredire i mercati. Il ragionamento, in questo caso, si interseca con il filone del professionista o dell’azienda che vuole aumentare il proprio volume di affari, dimostrando ancora una volta come sul web tutti i concetti finiscano per essere molto liquidi e correlati tra loro.

Considerate, dunque, che un e-commerce comporta sforzi non indifferenti sia da un punto di vista tecnico (per posizionare sui motori di ricerca dignitosamente un qualsiasi sito web può volerci anche più di un anno, ciò significa che venderete solo dopo un lungo lavoro) che da un punto di vista pratico: bisogna organizzare le spedizioni, rapportarsi con i fornitori o produrre ciò che si desidera vendere. Soprattutto, poi, si pagano le tasse come una qualunque attività. Al riguardo, per approfondire, suggeriamo di leggere le guide su:
In definitiva possiamo dire che aprire un e-commerce è un’attività molto complessa perché mette insieme sia l’aspetto imprenditoriale che quello editoriale: si tratta di traslare sul web ciò che prima si faceva tradizionalmente in città. I costi non sono sempre inferiori (magari non si deve prendere in locazione un locale, almeno inizialmente, ma ci sono tutte le spese del caso necessarie per rendere il portale visitato) e le competenze richieste sono molto elevate. Se “spostarsi” su internet sembra facile, nella pratica non lo è affatto e postula il necessario ricorso all’aiuto di professionisti e tecnici della materia, specie se non si è nativi digitali.

Fare impresa sul web: conclusioni

In questa prima parte della guida abbiamo visto come guadagnare online da imprenditori. Non è affatto semplice come potrebbe sembrare e noi consigliamo, se si decide di iniziare, di avviare il tutto come secondo lavoro. Magari si impiega più tempo per rendere economicamente produttivo il progetto ma si riducono i rischi derivanti da un flop: se si ha un impiego non lo si perde, se si hanno dei redditi non li si abbandona del tutto. Esistono tantissime altre attività che, in qualche modo, sono influenzate in maniera diretta o indiretta da internet: si pensi a chi diventa famoso con Youtube o a tutti i business connessi con il turismo che si svolgono sempre più in rete (si legga la guida sui B&B). In questo post, già di per sé molto lungo, ci siamo concentrati sulle principali ma promettiamo, in futuro, di tornarci più approfonditamente rispondendo magari alle domande che scaturiranno dalla discussione.

Guadagnare sul online lavorando per altri

Apriamo la seconda parte della nostra guida trattando l’altra faccia della medaglia: coloro che lavorano su internet come freelance o lavoratori dipendenti. Essendosi sviluppati dei veri e propri distretti produttivi (ci sia concessa la licenza di mutuare un termine dal linguaggio delle relazioni industriali) è chiaro che nascono attività in qualche modo correlate a quelle principali o si sviluppino professioni connesse alla realizzazione, gestione e valorizzazione dei progetti imprenditoriali che abbiamo visto precedentemente. Molti dei cosiddetti nuovi lavori altro non sono che professioni nate con la crescita esponenziale del web negli ultimi anni.

Ma come fare a lavorare su internet seriamente? Fondamentalmente vale sempre il concetto delle competenze richiamato più volte. Se volete arrotondare lo stipendio da dopolavoristi potete svolgere molte di queste attività di sera, dopo l’impiego principale. Ma, appunto, sarete sempre dei dopolavoristi, verrete pagati nella maggior parte dei casi poco perché non avrete tempo e modo di sviluppare la giusta professionalità. Se vi sta bene si tratta pur sempre di soldi e di una valida prospettiva di crescita personale. Il senso di questa guida, però, è quello di orientarvi verso lo svolgimento a tempo pieno di attività imprenditoriali o, appunto, professionali. Per questo motivo occorre fin da subito capire quali sono le principali attività che si possono svolgere, in modo tale da specializzarsi ed eccellere in una sola di esse.
In questa guida vedremo:
  • Come diventare web writer e scrivere per il web;
  • Come diventare professionista SEO;
  • Come diventare Social Media Manager.
Anche in questo contesto vale il principio per cui la divisione viene fatta solo per semplificare il discorso ma, in realtà, i tre campi che esploreremo tendono ad intersecarsi tra loro e molte competenze finiscono per essere trasversali. Un buon professionista, di solito, è esperto di uno dei filoni ma conosce anche i rudimenti dell’altro. Pensare che basti solo saper scrivere, solo saper fare link building o solo saper condividere qualche foto su Facebook è un’idea assolutamente sbagliata che potrebbe costarvi carissima.

Come scrivere per il web

Chi scrive ha iniziato sognando di fare il giornalista e lo scrittore, salvo poi capire che la sua passione principale avrebbe potuto permettergli di vivere dignitosamente (il concetto di vita dignitosa lo abbiamo espresso più volte su Affari Miei, per semplificare si intende: permettersi di poter lasciare casa di mamma e papà, pagare le bollette e non avere problemi ad arrivare a fine mese) solo se si sposava con il web e la sua evoluzione. Ormai anche i giornali tradizionali si sono adeguati alle dinamiche del web aprendosi alla SEO, alla comunicazione sui Social Network ed al mondo del blogging: chi non lo fa ha le ore contate oppure il destino segnato verso una vita da comprimario. Questo per dire che la fortuna di chi parla è di avere come base la conoscenza generale dell’Italiano (in un Paese dove il 47% della popolazione è analfabeta funzionalenon è un fatto da poco) su cui ha successivamente strutturato altro. 

Conoscere l’italiano, di per sé, non è però sufficiente sebbene sia indispensabile: accanto a ciò occorre aggiungere altri “ingredienti”. Cosa? Una buona cultura personale rappresenta il primo e indispensabile passaggio: è inutile ammazzarsi nella scelta di questa o quella università, quello che conta è valutare un percorso di studi (che può anche prescindere dallo studio accademico) che vi lasci qualcosa, magari affine con le vostre passioni. Gli argomenti più difficili sono anche quelli dove ci sono meno concorrenti e per i quali, di conseguenza, si riceve una retribuzione più elevata. E’ bello scrivere di gossip o di calcio ma, fondamentalmente, sanno farlo in tanti per un pubblico che, diciamolo chiaramente, non è che abbia tutte queste pretese. Cosa diversa è scrivere di finanza, di diritto, di salute o di economia: si tratta di argomenti che richiedono una buona cultura di base oltre alla conoscenza della lingua. Finito qui? Certo che no! Abbiamo fatto riferimento più volte al concetto della SEO (acronimo di Search Engine Optimization) che è una scienza molto vasta che non stiamo qui a descrivere. Ci limitiamo a dire, in questa sede, che chi scrive per il web lo fa sia per gli utenti che “per i motori di ricerca”. I “grandi pensatori” vi diranno che non è così perché, evidentemente, vogliono tenersi l’arte per loro. In realtà scrivere per i motori di ricerca non è altro che un modo per parlare agli utenti: se non si è visibili sui motori di ricercao sui social network, mettetevelo in testa perché sarà sempre più così, non si è nessuno. I migliori web writersanno fare molte delle cose che abbiamo visto nel capitolo dedicato al blogging: sanno leggere le tendenze della rete, sanno pianificare cosa e come scriverlo. Più sono bravi, più vengono pagati: negli Stati Uniti molti sono assolutamente benestanti ed anche in Italia, a fronte di una platea molto grande di persone che lavorano, ce ne sono alcuni (pochi) che vengono remunerati molto bene. Più cose siete in grado di fare, più la vostra competenza si allarga ed il vostro portafoglio può potenzialmente riempirsi.

Cosa fanno i SEO?

La SEO è la “scienza” dell’ottimizzazione, il SEO è colui che mette in campo una serie di tecniche on page (cioè sul sito) e off page(cioè al di fuori del sito sul quale lavora) per migliorare il posizionamento e la visibilità di un portale. Quando parliamo di visibilità e posizionamento non ci riferiamo a concetti astratti: più gente arriva più potenzialmente si possono generare introiti per il proprietario di un blog o di un e-commerce. Gli utenti, infatti, possono trasformarsi in clienti od acquirenti di prodotti o servizi: siamo in una società dove il mercato domina qualsiasi cosa e la rete nasce completamente immersa nel mercato, ne è forse una delle principali riproduzioni digitali.

Tornando alla figura del SEO, si tratta di un professionista che può lavorare come freelance, come dipendente presso una web agency a sua volta, molto spesso, fondata da altri professionisti che, cresciuti, hanno dovuto creare una struttura. Il SEO altro non è che una specie di “dottore” che analizza il “paziente malato” che ha problemi a farsi spazio sul web oppure una specie di “personal trainer” che consiglia all’aspirante sportivo come muoversi. Ci sono libri interi che spiegano come si fa la SEO, non potremo mai in questa guida meramente informativa spiegare precisamente tutto. Ci limitiamo a dire che questa professionalità è molto richiesta perché ha le competenze, potenzialmente, di coordinare l’attività dei web writer e, nei casi più importanti, addirittura di guidare un intero progetto editoriale o commerciale. Per iniziare è fondamentale leggere molti libri sull’argomento, seguire dei corsi e fare tanta esperienza: come i mestieri di una volta, anche il web è fatto di “artigiani” che diventano grandi dopo aver accumulato anni di lavoro.

Social Media Manager

La nostra vita si svolge sui Social Network: gran parte di coloro che stanno leggendo la mattina controllano Facebook prima di preparare il caffè. Dietro all’uso per così dire “ricreativo” dei social si nasconde un vero e proprio lavoro di aziende e professionisti che, tramite i principali spazi messi a disposizione da Facebook, Twitter e Instagram cercano visibilità, contatti e clienti. I più grandi brand necessitano di persone che gli curino l’immagine quotidiana sui social, come se fossero persone. Se nei primi tempi guadagnare con Facebook e con gli altri strumenti di massa era legato alla creazione di proprie pagine o allo spam, con gli anni si è sviluppata la necessità di vere e proprie professionalità che curano altri aspetti. Gli interventi correttivi negli anni, infatti, hanno notevolmente limitato la portata gratuita dei post pubblicati dalle pagine rendendo, di fatto, a pagamento l’uso del social network da parte di aziende, blog, giornali e professionisti. Gli altri social, senza entrare nel dettaglio, funzionano in maniera simile. Da qualche anno Facebook ha sviluppato il suo sistema di pubblicità (Facebook ADS) il cui uso è appannaggio delle figure che necessitano di visibilità (di qui il fatto che, per loro, Facebook è a pagamento). Dovendosi fare degli investimenti, quindi, diventa necessaria una gestione professionale dei social: il social manager gestisce budget, pianifica campagne, organizza post e video avvalendosi di altre figure quali copywriter e web writer. Insomma, si tratta di un lavoro complesso che necessità di capacità di analisi e lettura dei trend della rete, del mercato e della comunicazione in generale. Per fare tutto questo è indispensabile formarsi leggendo libri, seguendo eventualmente corsi e, anche qui, fare tantissima pratica gettando il cuore oltre l’ostacolo.

Conclusioni: avete capito come guadagnare online?

Lo sforzo che abbiamo realizzato mira alla creazione del miglior post in lingua italiana che introduce all’argomento del guadagno online. Lo abbiamo reso fruibile gratuitamente e, pertanto, vi chiediamo di aiutarci a diffonderlo condividendolo sui social network e con gli amici che pensate possano essere interessati: questo, ovviamente, se avete apprezzato il nostro tentativo. Questo post è un cantiere aperto che sarà modificato nel tempo: se avete suggerimenti o consigli da dare non esitate a contattarci.

Guadagnare onlineè fondamentalmente la stessa cosa della vita off-line: per riuscire a realizzare i propri obiettivi bisogna studiare, impegnarsi e lavorare duro talvolta per anni. C’è solo un aspetto, non secondario, che distingue il web dal mondo penoso che c’è là fuori: nella nostra Italia ostacolata dalle gerontocrazie, con il potere in mano a pochi ed caterve di raccomandati e lacchè pronti ad emergere, internet è l’unica frontiera in cui l’intermediazione deleteria che affonda il nostro Paese è impossibile. Non perché nessuno vorrebbe ma, semplicemente, perché non si può fare. E’ un fattore da non sottovalutare, con il quale abbiamo deciso di salutarvi per trasmettervi un briciolo di speranza. In bocca al lupo!

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