Imprenditori si nasce o si diventa? E’ una bella domanda questa la cui risposta, con ogni probabilità, è estremamente difficile da trovare. Chi vuole diventare imprenditore sa bene che se acquisire tale titolo da un punto di vista giuridico non è così difficile, se si seguono le giuste procedure; da un punto di vista pratico, invece, la situazione è tutt’altro che semplice. Affari Miei dedica molto spazio alle idee imprenditoriali, recensendo tutte le soluzioni di business più interessanti per mettersi in proprio. Se volete davvero diventare imprenditori agricoli, edili, digitali e così via, indipendentemente dal capitale che avete (si può fare anche senza soldi?), è bene che leggiate attentamente i consigli che vi daremo in questa guida. Sul web trovate di tutto: in questo articolo noi cercheremo di raccogliere tutte le informazioni in un’unica pagina, così da evitare dispersione e concentrare tutte le notizie di cui avete bisogno in un unico post. Rimanderemo, come sempre, ad altre guide di dettaglio per cui è meglio se salvate questo post nei preferiti, così da poterlo leggere con calma e su più step.
Chi è l’imprenditore? Cosa fa?
Partiamo dal codice civile che all’articolo 2195 si dedica al tema. In realtà il codice non ci dà una definizione precisa di imprenditore commerciale ma si limita a fare un elenco di attività per le quali è necessario registrarsi presso il registro delle imprese. Il secondo comma dell’articolo fa desumere la natura commerciale perché precisa che le disposizioni della legge che fanno riferimento alle attività e alle imprese commerciali si applicano, se non risulta diversamente, a tutte le attività indicate nell’articolo ed alle imprese che le esercitano.
- attività industriali
- attività di intermediazione nella circolazione dei beni
- attività di trasporto
- attività bancarie
- attività assicurative
- altre attività ausiliarie alle precedenti.
Qualsiasi sia l’attività svolta, va qualificata nell’ambito di questo elenco. Non essendoci una definizione precisa, però, si è soliti ritenere che l’imprenditore commerciale è colui che esercita professionalmente un’attività che non sia assimilabile all’impresa agricola, neanche in via connessa. Essa è definita dall’articolo 2135 del codice civile secondo cui l’imprenditore agricolo è colui che esercita una serie di attività che abbiamo spiegato nella guida appositamente dedicata.
L’importanza di un progetto per diventare imprenditore
Fatte le premesse di natura giuridica, entriamo nel vivo della nostra trattazione concentrandoci sull’importanza di un progetto da sviluppare. Le strade da seguire sono essenzialmente due:
- Elaborare un proprio modello di business – In questo caso vi occorre pianificare tutto da zero, cercando di migliorare idee imprenditoriali già esistenti oppure inventando da zero un’attività economica. Nell’articolo su come inventarsi un lavoro abbiamo visto quali sono le competenze da mettere in campo e, soprattutto, in che modo elaborare un metodo che possa dare linfa alle proprie speranze. Rimandiamo a quella lettura, senza dilungarci troppo nel ripetere gli stessi concetti.
- Aderire ad un progetto già esistente – Il franchising è la soluzione migliore se non avete tempo e voglia di pianificare da zero. Nell’articolo dedicato ai franchising di successo abbiamo fornito alcuni consigli per decidere a quali proposte commerciali aderire. In linea di principio l’affiliazione commerciale fa guadagnare di meno perché si adopera un business inventato da altri anche se, e ciò non può essere sottovalutato, il rischio è leggermente ridotto in considerazione del fatto che l’affiliante vi consegna un business “chiavi in mano”. Ci sono regole rigide ma voi potete comunque qualificare la vostra attività sulla base del territorio in cui operate, valutando le esigenze dei clienti a cui volete rivolgervi.
Business plan: pianificare i costi per evitare di sbagliare
Chi desidera diventare imprenditore sa benissimo che, oltre alle capacità di produrre valore, bisogna vedere quali sono i costi che effettivamente si devono sostenere sia nella fase di start-up che nei momenti successivi, quando l’impresa avrà iniziato a funzionare. Si può aprire un’impresa senza soldi? Visti i tempi di crisi che viviamo, in tanti vorrebbero puntare su esperimenti low costcosì da ridurre al minimo le perdite in caso di mancato successo. Come abbiamo spiegato in altri contesti, è difficile ma non impossibile. Per chiarirvi le idee, rimandiamo alle nostre guide su:
- come aprire un bar senza soldi
- come aprire un panificio senza soldi
- come guadagnare con un blog
- come aprire un negozio online senza soldi
Concentriamoci, ora, sui costi fissi da sostenere. Bisogna, a nostro avviso, fare una distinzione tra costi di produzione e tassazione. Nell’ambito dei primi rientrano le spese varie come le utenze (acqua, luce, gas, eventuale canone di locazione), i costi per il personale (sempre se avete bisogno di assumere altre persone) e i costi previdenziali che sono dovuti in maniera fissa (leggi anche: Contributi INPS artigiani e commercianti – Partita Iva 2016: guida). Queste spese sono ineludibili: si devono pagare sempre e rappresentano cioè che determina il reddito su cui calcolare le imposte. La tassazione viene dopo e cambia da Paese a Paese. In Italia, contrariamente a quanto si crede, la tassazione diretta è in linea con i competitor europei: il problema è che i servizi che il nostro Stato ci offre sono spesso vergognosi ed inadeguati rispetto alla pressione fiscale che subiamo. Si potrebbero dedicare centinaia di articoli su questo tema: in questa sede ci limitiamo a dire che la tassazione si applica sulla differenza tra ricavi e costi fissi ed è il secondo step da considerare per valutare la bontà di un’attività. Prima bisogna capire se può produrre valore e poi provare ad immaginare le tasse che si dovranno pagare sulla ricchezza eventualmente prodotta.
Quale forma giuridica per diventare imprenditore?
Passiamo ora alla scelta della forma giuridica. In Italia si può sostanzialmente agire in questo modo:
- Impresa individuale –è la forma più semplice che vede un solo individuo gestire un’attività che, eventualmente, può avere dei dipendenti. E’ una delle forme più rischiose perché il titolare risponde dei debiti con tutto il suo patrimonio personale e, per questo, è adatta ai business che comportano una modesta esposizione debitoria e che richiedono capitali non eccessivi;
- Società di persone –E’ possibile costituire società in nome collettivo o società in accomandita semplice. In questo caso ci sono più imprenditori illimitatamente responsabili o con parziale limitazione, come accade nella S.a.s. che abbiamo linkato;
- Società di capitali –Si gode in questo caso del beneficio della responsabilità limitata: dei debiti risponde solo la società con il suo capitale, chi investe rischia solo il capitale che ha effettivamente immesso nell’azienda. Per risparmiare sulla costituzione potete aprire una società a responsabilità limitata semplificata. Altrimenti è possibile costituire una tradizionale s.r.l.oppure una società per azioni, nel caso stiate avviando business grandi e con molti soci.