Che cos’è il diritto potestativo? Siamo di fronte ad una domanda che molti studenti di diritto privatoo semplici appassionati potrebbero porsi. Il diritto potestativo si inserisce nel novero dei diritti soggettivi che, come è noto, possono essere assoluti, relativi o, appunto, potestativi. Per capire bene il tutto, è il caso di spiegare nel dettaglio questa tripartizione teorica, così da rendere schematicamente l’idea ed assimilarla.
I diritti assolutihanno la caratteristica di essere considerati come tali in quanto possono essere fatti valere verso tutti: per attuarli, in pratica, non serve la collaborazione degli altri. L’esempio di scuola classico è quello del diritto di proprietà la cui caratteristica pregnante sta proprio nell’essere un diritto assoluto, esercitabile senza che ci siano altri a permettercelo. Per i terzi sussiste un generico dovere di astensione, cioè non devono far nulla affinchè il titolare possa godere del suo diritto.
I diritti relativi, invece, sono considerati tali perché non valgono verso tutti ma solo nei confronti di determinati soggetti. L’esempio di scuola, qui, è il diritto di credito che può essere preteso solamente nei confronti del debitore e non nei confronti di terzi estranei al rapporto da cui è scaturito. In questo caso, però, è necessaria la collaborazione da parte del soggetto passivo il quale, nel caso di un credito, deve adempiere alla propria obbligazione (e se non lo fa si avviano le procedure che portano all’adempimento coattivo).
Chiariti i primi due, diventa più facile introdurre i diritti potestativi che, per semplificare, possono essere inquadrati come una via di mezzo. Il diritto potestativo, infatti, possiede caratteristiche proprie di quello assoluto derivanti dal fatto che si può attuare anche senza la collaborazione di determinati soggetti ma ha anche aspetti tipici del diritto relativo: la pretesa, infatti, non è genericamente valida contro tutti ma solo nei confronti di alcuni soggetti. Un esempio di scuola facile da ricordare, in questo caso, è rappresentato dalla comunione: ognuno dei c.d. comunisti può chiedere in qualsiasi momento la divisione senza che gli altri potranno impedirgli di fare la domanda e fermo restando che la pretesa, ovviamente, non vale nei confronti di tutti ma di coloro che partecipano alla comunione stessa.