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Pensione anticipata 2015, novità dal governo Renzi: info su precoci e donne

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Ultime notizie pensioni 20 luglio 2015 – Si continua a discutere del tema della riforma pensionistica: quali novità arriveranno per la pensione anticipata?I lavoratori, soprattutto precoci, attendono. Come abbiamo scritto nei giorni scorsi, poche speranze di approvazione ha il DDL Damiano sulle pensioni flessibili di cui abbiamo parlato a lungo (per approfondire, leggi il nostro articolo su tutte leproposte per la pensione anticipata). Ancora attuale, poi, resta il tema della proroga dell’opzione donna: il regime sperimentale è valido fino al 31 dicembre 2015 ma, a causa delle circolari INPS contestate dal Comitato, rischia di essere già saltato essendo di fatto scaduti i termini per maturare i requisiti.
Leggi anche: Pensione anticipata con quota 100 ed esodo variabile: la proposta di Ercolani

Ultime notizie pensioni oggi 20 luglio 2015: governo Renzi ‘deve’ risposte a precoci e usuranti

Il DDL sulle pensioni flessibili, purtroppo, difficilmente andrà a buon fine con l’approvazione: in Italia, ormai, è raro che il Parlamento deliberi su qualcosa senza che ci sia l’input del governo. L’esecutivo, dal canto suo, mantiene il profilo basso eccezion fatta per Poletti che più di una volta è intervenuto sul tema. Le risposte sono “dovute”, soprattutto ai lavoratori precoci ed usuranti che più degli altri hanno patito le ingiustizie della riforma Fornero, difesa tra l’altro da ancora tanti politici.

Una novità, più che altro per disoccupati ed esodati, potrebbe essere rappresentata dal reddito minimo garantito, una soluzione che fa parte della proposta di riforma pensioni di Tito Boeri presentata lo scorso 8 luglio nel corso della relazione annuale INPS. Riuscirà questa forma di assistenza a mettere tutti d'accordo?

Per i lavoratori precoci, invece, si attende di capire cosa vuole fare l'esecutivo: c'è diffidenza verso Boeri che, almeno per sommi capi, propone un'uscita anticipata che rischia di pesare troppo sull'assegno pensionistico. Il numero uno INPS, infatti, ha suggerito di spalmare il montante contributivo su più anni, così da non gravare sulle generazioni future.
Leggi anche: Previdenza complementare: conviene farsi una pensione integrativa?

Ultime notizie pensioni, proroga Opzione Contributivo Donne

Le signore del Comitato Opzione Donna con il Ministro Poletti
Altro tema caldo: il governo Renzi ha preso posizione nelle scorse settimane, aprendo alla continuazione del regime sperimentale.
I mesi scorsi, poi, sono stati caratterizzati dalla Class Action avviata dal Comitato Opzione Donna: le signore, come è noto, chiedono al Tar del Lazio la rimozione giudiziale di due circolari INPS del 2012.  Se la vertenza si risolvesse positivamente, però, i problemi non finirebbero: a godere della possibilità di fruire del prepensionamento a 57 anni e 3 mesi con 35 anni di contributi sarebbero soltanto coloro che maturano i requisiti entro il 31 dicembre 2015. Meglio di niente, comunque, nel mentre che la politica si attiva.
Il Ministro Poletti, comunque, ha annunciato che in Legge di Stabilità si troveranno le risorse per la riforma pensioni. Resterebbero tagliate, pur in caso di vittoria davanti al Tar del Lazio, tutte quelle lavoratrici che maturerebbero i requisiti l'anno prossimo. Visto l'aumento dell'età pensionabile, rischierebbero di dover lavorare tanti anni ancora: si pensi, per capirsi, che la pensione anticipata (ex anzianità)è con 41 anni e 6 mesi di età per le donne, chi ne ha 35 dovrà lavorare altri sei anni e mezzo; chi invece vuole andare in pensione di vecchiaia dal 2016 dovrà avere almeno 65 anni e 7 mesi nel settore privato e 66 anni e 7 mesi nella pubblica amministrazione. Ecco perché si guarda alle iniziative parlamentari che chiedono la proroga dell’opzione contributiva: soprattutto M5S, SEL e PD (con iniziative individuali dei deputati) si sono spesi sul punto, finora senza successo. Staremo a vedere in futuro cosa accadrà, senza mai perdere di vista l'argomento.

Riforma pensioni 2015, ultimissime da assemblea PD: aumentano le minime nel 2018?

Tra le varie riforme annunciate da Matteo Renzi all'assemblea PD troviamo l'aumento delle pensioni minime con l'estensione del bonus di 80 euro a tutti i pensionati che hanno un reddito inferiore a 25 mila euro annui. Il premier non ha spiegato quali saranno le coperture ma evidentemente, forte del "successo" avuto con il bonus del 2014 istituito in occasione delle elezioni europee, punta ad ottenere il bis. 

Affari Miei seguirà con attenzione gli sviluppi sul tema pensionistico nei prossimi giorni. Per rimanere aggiornati cliccare mi piace alla pagina Pensioni News: siamo diventati in migliaia e rappresentiamo una delle principali community digitali in Italia sul tema. Il vostro parere per noi è importantissimo: esprimetelo in un commento!

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