La sofferenza bancaria, senza dubbio Indice di natura pregiudizievole, è quanto di peggio può accadere a livello creditizio e bancario ad un soggetto privato, sia esso individuo o azienda. Si tratta infatti di quello che, almeno a rigor di logica e secondo le norme del buon senso bancario, è l’ultimo passo che la banca intraprende verso un soggetto che:
Anche l’incaglio viene iscritto alla Centrale Rischi, ma i suoi effetti sono sicuramente meno nefasti di quelli causati dall’apertura di una posizione di sofferenza. Sì, la segnalazione raggiunge comunque tutti gli istituti di credito, ma al contrario della sofferenza non prevede la chiusura automatica di tutti i fidi e gli affidi, incluse le fideiussioni.
L’incaglio bancarioè una posizione sicuramente non piacevole per le aziende, che si trovano ad affrontare quello che in gergo tecnico si chiama credit crunch, ovvero l’impossibilità di accedere ad ulteriore credito bancario. Il credito che però è già aperto rimane intonso e il cliente può continuare ad operare, senza grosse difficoltà, con i fidi presso gli altri istituti. È possibile che l’incaglio bancario dia anch’esso il via ad un effetto domino, con anche gli altri istituti che potrebbero aprire una procedura d’incaglio e creare non pochi problemi, per il rientro simultaneo da diverse posizioni.
La posizione ad incaglio non è sicuramente qualcosa di piacevole, ma è comunque di gran lunga migliore della sofferenza bancaria, che spesso significa la parola fine per qualunque tipo di azienda, che sia in estrema sofferenza o meno, che sia destinata a fallire, continuare a sopravvivere di stenti o a tornare in salute.
- non è in semplice crisi di liquidità
- fa presumere fondatamente che gli sia impossibile restituire il debito, né adesso, né in futuro
- ha un indebitamento tale che fa presumere un prossimo fallimento
La Sofferenza bancaria segnala il fallimento o lo causa?
Tra gli imprenditori è sempre vivo l’argomento principe che riguarda la sofferenza bancaria. Strumento a tutela degli istituti di credito, e prova ne è il fatto che viene immediatamente registrato alla Centrale Rischi della Banca d’Italia, è spesso una misura estremamente vessatoria nei confronti dell’uomo che fa impresa. Chi frequenta imprenditori, per piccoli che siano, sa bene che si è soliti dire che spesso la sofferenza bancaria non è segnale del prossimo fallimento, ma causa prima del fallimento di un’azienda, per i motivi che andremo a vedere tra pochissimo.Sofferenza bancaria = chiusura dei fidiIl motivo per cui la sofferenza bancaria è tanto temuta dagli imprenditori è dovuta a due ordini di motivi, in realtà conseguenti:
- la segnalazione raggiunge immediatamente tutti gli istituti di credito e qualunque di questi abbia un qualunque tipo di rapporto creditizio/debitorio con il soggetto finisce per venire a conoscenza immediatamente dello stato di sofferenza;
- la segnalazione comporta, in maniera pressoché automatica, la revoca di tutte le linee di credito a disposizione dell’azienda o del soggetto.
Che cos’è l’incaglio bancario e come si relaziona con la sofferenza
La procedura che in genere precede l’apertura della segnalazione per sofferenza bancariaè la posizione ad incaglio. Si tratta di una procedura codificata dal diritto bancario che prevede la richiesta, da parte dell’istituto creditizio, del rientro del cliente debitore di tutta o una parte del debito entro un periodo di tempo stabilito contestualmente con la richiesta, che in genere è di 10–14 mesi.Anche l’incaglio viene iscritto alla Centrale Rischi, ma i suoi effetti sono sicuramente meno nefasti di quelli causati dall’apertura di una posizione di sofferenza. Sì, la segnalazione raggiunge comunque tutti gli istituti di credito, ma al contrario della sofferenza non prevede la chiusura automatica di tutti i fidi e gli affidi, incluse le fideiussioni.
L’incaglio bancarioè una posizione sicuramente non piacevole per le aziende, che si trovano ad affrontare quello che in gergo tecnico si chiama credit crunch, ovvero l’impossibilità di accedere ad ulteriore credito bancario. Il credito che però è già aperto rimane intonso e il cliente può continuare ad operare, senza grosse difficoltà, con i fidi presso gli altri istituti. È possibile che l’incaglio bancario dia anch’esso il via ad un effetto domino, con anche gli altri istituti che potrebbero aprire una procedura d’incaglio e creare non pochi problemi, per il rientro simultaneo da diverse posizioni.
La posizione ad incaglio non è sicuramente qualcosa di piacevole, ma è comunque di gran lunga migliore della sofferenza bancaria, che spesso significa la parola fine per qualunque tipo di azienda, che sia in estrema sofferenza o meno, che sia destinata a fallire, continuare a sopravvivere di stenti o a tornare in salute.
Come si apre la sofferenza bancaria?
La sofferenza bancaria ha una procedura codificata, che prevede l’intimazione del cliente a rientrare immediatamente del debito, dando in genere un termine perentorio di 15 giorni. Nel caso in cui il termine dovesse andare “in bianco”, come si dice in gergo tecnico, si procede all’iscrizione di sofferenza bancaria presso la Centrale Rischi, con tutto quello che ne consegue.Le conseguenze della sofferenza bancaria
La sofferenza bancaria è una situazione particolarmente difficile da affrontare per ogni tipo di impresa. A seguito dell’apertura della stessa:- vengono revocati immediatamente non solo i fidi presso l’istituto di credito interessato, ma presso tutti gli istituti e le banche presso i quali il cliente potrebbe aver intrattenuto rapporti debitori;
- Si procede con decreto ingiuntivo e provvedimento di provvisoria esecuzione;
- viene iscritta la posizione alla Centrale Rischi, che comporta l’impossibilità assoluta per il cliente di approvvigionarsi di liquidità presso altri istituti.
Si può cancellare la sofferenza bancaria?
Quello che più interessa a chi è stato sottoposto a questa procedura è di cancellare, nel più breve tempo possibile, la segnalazione presso la Centrale Rischi della Banca d’Italia. Questo si può ottenere in due modi:- il cliente può pagare tutto il debito contratto presso la banca che ha aperto la procedura e chiedere successivamente la cancellazione, che avverrà immediatamente alla prova del saldo;
- si può, nel caso in cui si ritenga l’apertura della procedura iniqua, adire le vie legale e attendere i lunghissimi tempi della giustizia civile italiana. Nel frattempo, è il caso di ricordarlo su queste pagine, l’azienda avrebbe già potuto chiudere i battenti, dato che sopravvivere con un’esposizione debitoria tale e sotto credit crunchè pressoché impossibile per qualunque realtà aziendale.