Prima di affrontare il tema centrale di questo articolo, ossia la
prescrizione dei contributi Inps, vogliamo dare una breve definizione del termine “prescrizione”: che cosa significa? Cosa comporta? La
prescrizione contributiva caratterizza il momento in cui viene a mancare l'obbligo di versare i contributi da parte dei soggetti obbligati. Essa costituisce la causa di estinzione del diritto derivante dall'inattività del titolare per il tempo stabilito dalla legge. Questo istituto, particolarmente importante per il settore previdenziale, è definito dal Codice Civile: nel contesto previdenziale la prescrizione comporta non soltanto la fine dell'obbligo al
versamento dei contributi, ma anche il fatto che i contributi prescritti non possono essere più versati. Si differenzia quindi dall’ambito civilistico in quanto la prescrizione contributiva è sottratta alla parti e quindi non sussiste un diritto soggettivo degli assicurati di poter versare i contributi prescritti: gli enti previdenziali infatti non potranno riceverli. Nei paragrafi seguenti scopriamo qualcosa di più circa questo argomento.
Tempi di prescrizione dei contributi Inps
In ambito previdenziale la prescrizione dell'obbligo contributivo è stabilita dall'articolo 3, comma 9 della legge numero 335 del 1995: essa stabilisce il termine di prescrizione per le contribuzioni di previdenza ed assistenza sociale obbligatoria in cinque anni. Questo termine può venire elevato fino a dieci anni, ma soltanto in due casi. Il primo è quello in cui sono stati posti in essere atti interruttivi della prescrizione (oppure siano state avviate procedure di recupero coattivo dei contributi)prima del 1 gennaio 1996, ossia l’anno in cui è entrata in vigore la legge che ha ridotto da dieci a cinque il termine della prescrizione. Il secondo caso che prevede l’aumento del periodo di prescrizione si verifica quando il mancato versamento dei contributi è stato denunciato dal lavoratore. Stando a ciò che è stato sancito dalla Corte di Cassazione, però, perché si possa applicare il termine di prescrizione decennale è necessario che la denuncia da parte del lavoratore sia stata presentata all’INPS prima della data 1 gennaio 2006.
Come funziona la prescrizione
Il termine di prescrizione di cinque, quindi, impone all’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale di agire per il recupero del credito entro e non oltre cinque anni di tempo. Tuttavia la notifica di un atto di intimazione da parte dell’Inps o di una cartella di Equitalia sospende il termine di prescrizione, il quale ricomincia a decorrere dalla data di notifica degli atti stessi La prescrizione quinquennale si applica anche quando Equitalia ha notificato la cartella esattoriale.
Conseguenze della prescrizione
Il fatto di aver bisogno di questo “rinnovo” tramite una notifica implica che, se entro cinque anni non avviene la notifica di altri atti di riscossione, la cartella perde efficacia. Per cui un pignoramento basato su una cartella diventata inefficace in seguito alla prescrizione diventa un atto illegittimo. Dunque, passato questo periodo previsto per legge e in mancanza di atti interruttivi della prescrizione, i contributi non possono essere più versati e il credito dell’Inps si estingue.L'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali (Inail) ha specificato che la norma che stabilisce il termine di prescrizione quinquennale si applica anche ai versamenti assistenziali obbligatori (come ad esempio le rate premio Inail)
Somme aggiuntive per mancato o tardivo versamento
Per quanto riguarda invece il caso di somme aggiuntive dovute nelle situazioni di versamento omesso, ritardato oppure non sufficiente, la situazione è differente, in quanto il periodo è decennale, così come stabilito da una sentenza della Corte di Cassazione. La Corte Suprema, con la sentenza n. 18148 del 2006, ha sancito che le somme aggiuntive sono identificabili come sanzioni di natura civilistica e quindi non presentano la natura giuridica del contributo, ma di sanzione. Pertanto ad esse non viene applicato il disposto della legge sopracitata 333 del 1995 (art. 3 comma 9) e per questo si prescrivono in dieci anni. Per cui, quando in questo caso si riceve una cartella esattoriale che intima il pagamento dei contributi non versati e delle somme aggiuntive per il mancato versamento, è necessario ricordarsi che i primi si prescrivono in cinque anni mentre le seconde in dieci. Nel caso in cui siano caduti in prescrizione soltanto i contributi, allora è possibile chiedere ad Equitalia, tramite un’istanza in autotutela, l’annullamento parziale della cartella esattoriale.
Prescrizione crediti Inps: gestione separata
Che cos’è la gestione separata? Si tratta di un fondo pensionistico finanziato con i contributi previdenziali obbligatori dei lavoratori assicurati e nasce con la Legge 335 del 1995 (all’art. 2, comma 26) di riforma del sistema pensionistico, ossia la cosiddetta riforma Dini. La nascita di questo fondo è legata all’obiettivo di assicurare la tutela previdenziale a categorie di lavoratori fino ad allora escluse. Questa tutela è avvenuta in tre modi, ossia, in primo luogo, attraverso la costituzione di nuovi fondi previdenziali, (Decreto Legislativo attuativo n° 103 del 10/02/96). In secondo luogo attraverso l’aggregazione di alcune categorie di professionisti a casse professionali già esistenti. Infine disponendo l’iscrizione alla Gestione Separata di tutte le categorie residuali di liberi professionisti, per i quali non è stata prevista una specifica cassa previdenziale, disponendo l’iscrizione della maggioranza delle forme di collaborazione coordinata e continuativa che fino ad allora non avevano mai beneficiato di alcuna disciplina specifica, né giuridica, né previdenziale; infine disponendo l’iscrizione della categoria dei venditori a domicilio, ex art. 36, L. 426/71. Dal ’95 tutte quelle categorie di contribuenti che hanno la possibilità di iscriversi a delle casse particolari, ma non sono iscritti (pur rispettando la legge) vengono d'ufficio alla gestione separata dell'Inps. Queste categorie elencate devono pagare quindi i relativi contributi. Per quanto riguarda la prescrizione dei contributi previdenziali della gestione separata, anch’essi si prescrivono in 5 anni e le somme aggiuntive in 10 anni. Il termine comincia a decorrere dal momento in cui è stata presentata la dichiarazione dei redditi.In alcuni casi il contribuente che riceva la richiesta di pagamento di contributi alla gestione separata può scegliere di versare gli stessi alla propria cassa.
Possibili azioni del contribuente
Quali azioni può compiere il contribuente di fonte alla notifica da parte dell’Ente? Innanzitutto l’eventuale opposizione relativa al merito della pretesa contributiva deve avvenire entro e non oltre il termine di 40 giorni dalla ricezione della notifica della cartella. Invece l'opposizione relativa ai vizi formali della cartella, come notifica invalida, la mancata indicazione responsabile del procedimento ecc., deve avvenire entro il termine di 20 giorni dalla notifica della stessa. Infine l'opposizione all'esecuzione volta a rilevare eventuali fatti estintivi verificatisi dopo cinque anni dalla notifica della cartella, come la prescrizione appunto può avvenire in qualsiasi momento, fino all'esaurimento dell'azione esecutiva.