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Bonifico parlante per ristrutturazione e bonus mobili: guida completa

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Bonifico parlante: se ne avete sentito parlare sarete sicuramente a caccia di quelle che sono le agevolazioni garantite dalla Legge di Stabilità 2015, poi riprese in egual misura nella Legge di Stabilità 2016 e quindi ancora in vigore nel momento in cui scriviamo. Parliamo di uno strumento che uno dei requisiti, infatti, per ottenere alcune detrazioni fiscali che vengono garantite a chi mette in opera una ristrutturazione o un acquisto di mobili (del caso specifico andremo a parlare più avanti).

Che cos’è nello specifico il bonifico parlante? Di cosa abbiamo bisogno per farlo? In caso ce ne dimenticassimo, abbiamo ancora diritto agli sgravi? Vediamolo insieme, in una guida che non ha intenzione di lasciare davvero nulla al caso.

Una condizione essenziale

A scanso di equivoci è bene specificare sin in apertura che il bonifico parlante è la conditio sine qua nonè impossibile anche solo pensare di aver diritto agli sgravi fiscali. Quindi per rispondere ad una delle domande che ci siamo posti in apertura, dobbiamo dire che sì, il bonifico parlante è uno strumento necessario e indispensabile per questo tipo di pratiche.

Che cos’è nello specifico il bonifico parlante?

Si tratta di uno specifico bonifico che può essere fatto sia in banca, sia presso un qualunque ufficio postale, per il quale devono essere inseriti dei dati specifici e una causale precisa.
I dati necessari per avere un bonifico parlante sono:
  • il codice fiscale, la cui assenza potrebbe precludere la possibilità di avere una base per chiedere sgravi per ristrutturazioni edilizie;
  • la causale: nella quale deve essere inserito il riferimento normativo esatto che si riferisce alla possibilità dello sgravio fiscale;
  • la coincidenza tra chi effettua il bonifico e chi poi chiederà lo sgravio fiscale. Non è possibile infatti che le due persone non coincidano.

Cosa fare in caso di errore nel bonifico parlante

Nel caso in cui ci sia stato un errore nel bonifico parlante, come potrebbe essere il caso ad esempio della non coincidenza tra bonificante e soggetto che richiede lo sgravio, o un errore nel codice fiscale, o di nuovo nella compilazione della causale, l’unica soluzione è quella di ripetere il pagamento. Bisognerebbe cercare di mettersi d’accordo ovviamente con l’azienda che si è occupata della ristrutturazione al fine di annullare il primo pagamento, allo scopo di evitare di pagare, appunto, due volte. Non esiste, almeno nel momento in cui vi scriviamo, alcun modo per correggere un bonifico parlante errato.

L’Agenzia delle Entrate, soprattutto negli ultimi tempi, si è dimostrata più morbida nei confronti di chi ha compiuto errori nella compilazione del bonifico parlante, anche se piuttosto che rimanere alla mercé della bontà dell’Agenzia, è sempre più indicato ripetere il pagamento per poi annullare il primo. La Regione Piemonte, non si capisce a che titolo francamente né tanto meno il campo di azione del suo provvedimento, ha indicato comunque tutti gli errori contenuti nel Bonifico Parlante come sanabili, non costituendo dunque l’errore motivo per rifiutare al contribuente le detrazioni per ristrutturazioni, acquisto di mobili o elettrodomestici.

Cosa scrivere nella causale del bonifico parlante?

Come funziona il bonifico parlante?Al fine di avere un bonifico parlante che sia adeguato al fine di richiedere lo sgravio fiscale del 50%, è necessario scrivere in causale sia il riferimento al numero e alla data della fattura, sia il riferimento alla legge:
  • articolo 16-bis del d.P.R. 917/1986
  • legge 499/1997 (quando invece lo sgravio richiesto è quello del 36%)

Chi deve essere l’ordinante del bonifico parlante? E il beneficiario?

L’ordinante del bonifico parlante deve essere lo stesso soggetto a cui sono intestate le fatture e soprattutto la stessa persona che andrà poi a richiedere lo sgravio. La persona in questione deve indicare anche il suo codice fiscale, nel caso in cui volesse accedere alla Detrazione del 50%.
Per quanto riguarda invece il destinatario, vanno inseriti il nome aziendale o dell’artigiano, la partita IVA o il codice fiscale, così come vengono riportati in fattura.

Esempi di causale per il bonifico parlante

Possiamo di seguito fornirvi degli esempi di causale per il bonifico parlante, che vi consentiranno di avere a disposizione qualche modello in modo da non compiere errori. Non esiste un formato standard, e potrete scrivere i dati fondamentali nell’ordine e nella forma che preferite:
  1. Bonifico di pagamento per ristrutturazione, art 16-bis D.P.R. 917 del 1986 (Detrazione 50%) a pagamento della fattura n. X, emessa da Y, in data X/Y/XXXX
  2. Bonifico a pagamento della fattura n. X / emessa da Y, in data X/Y/ZZZZ, Detrazione al 36% ex legge 499/1997
  3. Bonifico a pagamento della fattura n. x / emessa in data X/UU/YYYY da Y, riferimento Detrazione 55–65% come da art. 1, commi 344,347, legge 27 Dicembre 2006 n. 296.
Si tratta di poche e necessarie informazioni, che però possono fare la differenza tra il poter ottenere la detrazione oppure no, quindi prestiamo la massima attenzione non solo al riferimento legislativo, ma anche al numero di fattura, a chi l’ha emessa e in che data è stata emessa.

Errori molto comuni, che hanno portato all’intervento dell’Agenzia delle Entrate

La semplicità non è mai stata di casa, né al Ministero delle Finanze né all’Agenzia delle Entrate e l’argomento della guida di oggi ne è sicuramente l’esempio. Siamo purtroppo davanti, infatti, ad una procedura che poteva essere resa molto più semplice fornendo una guida (o dei moduli per bonifico precompilati) a chi avesse intenzione di chiedere lo sgravio fiscale.

L’Agenzia delle Entrate, dopo essersi resa conto del pasticcio fatto (con conseguenti proteste di chi non è riuscito a ottenere la detrazione, che in alcuni casi hanno raggiunto anche le cronache nazionali), ha deciso di pubblicare una guida che indica per (quasi) filo e per segno come compilare la causale del bonifico parlante. Si tratta di una mossa comunque tardiva, che ha portato comunque molte Agenzie delle Entrate sul territorio a mostrare una certa (e insolita) flessibilità nella compilazione del suddetto bonifico.

Questo però sicuramente non può voler dire che potremo fare come meglio crediamo. Scrivere i dati di cui abbiamo parlato sopra è di fondamentale importanza, dato che nel caso in cui vi dovesse essere rifiutata la detrazione, non potrete sicuramente fare appello all’elasticità che, almeno fino ad oggi, l’Agenzia ha mostrato.

Per cosa si può usare il bonifico parlante?

Il bonifico parlante, in chiusura, è uno strumento che è necessario per richiedere diversi tipi di detrazioni, tra i quali ricordiamo:
  • detrazione per gli interventi di ristrutturazione su immobile di proprietà
  • detrazione per l’acquisto di mobili
  • detrazioni per l’acquisto di elettrodomestici
Si tratta delle categorie tipo per i quali è stato concepito il bonifico parlante, allo scopo di spingere tra le altre cose, molti acquirenti e committenti a pretendere la fattura, in un settore, quello dell’edilizia, dove almeno a detta del legislatore si nasconderebbero le principali evasioni fiscali. Si tratta di una necessità, quella dell’utilizzo del bonifico parlante, che probabilmente verrà indicata di nuovo anche nelle prossime Leggi di Stabilità, dato che è riuscita a fornire una buona base per cominciare a combattere l’evasione fiscale, andando a colpire un settore che, almeno fino a un decennio fa, era quasi completamente sommerso.

È necessario ricorrere all’aiuto di uno specialista?

Sicuramente non si tratta di una questione tanto complessa da dover ricorrere alla consulenza di un commercialista. Il nostro consiglio è comunque quello di effettuare il bonifico in banca e chiedere aiuto al bancario, che con ogni probabilità avrà già avuto modo di compilare migliaia di questi bonifici parlanti.

Ci sono buone probabilità che la vostra banca, dando un’occhiata alla fattura, sia in grado di scegliere il riferimento normativo giusto e inoltrare un bonifico parlante che abbia tutte le parti necessarie per essere operativo per le Detrazioni Fiscali della Legge di Stabilità 2016.

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