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Ral stipendio: calcolo del reddito annuo lordo

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Leggere una busta paga non è un’operazione immediata e semplice: di fronte al modulo riportante dati, cifre e tabelle viene spesso da chiedersi come leggere il cedolino paga e come calcolare il reddito annuo lordo (Ral). Insomma: come estrarre il valore netto dello stipendio dal dato lordo? In questo articolo cerchiamo di capire proprio come compiere questa operazione. I motivi di confusione durante la lettura della propria busta paga nascono ad esempio nel confronto tra la cifra lorda che spicca in cima al cedolino e la cifra netta segnata al fondo della stampa. Le due cifre innegabilmente discostano molto l’una dall’altra, a causa delle innumerevoli tasse a cui è soggetto lo stipendio. Dunque, nelle prossime righe dell’articolo cerchiamo di capire i passaggi che portano dal lordo al netto, scoprendo come fare a capire quale è il proprio Ral, quante sono le ritenute che vengono applicate, che natura hanno, quali sono quelle trattenute nel mese e quali invece quelle dall’inizio anno.

Come leggere la busta paga

Innanzitutto specifichiamo che la busta paga è suddivisa in tre parti (parti a loro volta composte da voci). Queste tre sezioni formano la parte superiore di testa, la parte centrale e infine la parte a piè di pagina. Vediamo come si compongono queste tre suddivisioni del cedolino paga.

Nella parte superiore si trovano le informazioni riguardanti i dati dell’azienda (quindi i dati anagrafici dell’impresa e la posizione Inps e Inail ad essa riferiti) e anche i dati del lavoratore: ossia i dati anagrafici, l’indicazione del rapporto di lavoro, il mese di retribuzione; la data di assunzione; il contratto di lavoro; il livello o qualifica; la sede di lavoro; gli elementi del trattamento salariale e infine le modalità di pagamento della retribuzione. 

Nella parte centrale del cedolino, invece, sono segnate tutte quelle voci relative alla retribuzione, ossia al corrispettivo della prestazione fornita dal lavoratore. Tale retribuzione viene stabilita direttamente dal contratto collettivo applicato in azienda. Le voci del corpo centrale del documento possono essere suddivise in quattro gruppi, ossia gli elementi fissi della retribuzione, la parte variabile, le trattenute fiscali e per finire le trattenute previdenziali. Oltre a queste voci possiamo analizzare come si divide a sua volta la retribuzione vera e propria. Questa è composta da tre parti: la prima è quella della retribuzione diretta, che si riferisce all’effettiva prestazione del lavoratore ed è stabilita, come abbiamo detto, dal contratto collettivo. Tale prestazione viene assegnata su base mensile: paga base, contingenza, scatti di anzianità, terzi elementi, premi aziendali fissi. La seconda voce che costituisce la retribuzione fa riferimento alla retribuzione cosiddetta indiretta: essa fa riferimento alla paga spettante al lavoratore in determinati momenti stabiliti dagli istituti contrattuali. Parliamo ad esempio della tredicesima e della quattordicesima mensilità, delle ferie, dei permessi retribuiti e dei giorni di festività. Infine vi è la retribuzione differita. Con questo termine ci si riferisce ai compensi che maturano nel tempo ma che sono erogati in particolari momenti, come il Trattamento di Fine Rapporto. Ora passiamo ad analizzare e definire alcuni termini.

Alcune definizioni

Che cos’è l’imponibile previdenziale? Si tratta di un importo su cui vengono calcolati i contributi pagati all’Inps, sia da parte del datore di lavoro che del lavoratore stesso. L’imponibile previdenziale è dato dalla somma delle voci della colonna “competenze”. Non fanno parte dell’imponibile previdenziale la malattia Inps, la maternità Inps, la donazione di sangue e infine assegni al nucleo familiare. Il motivo di questa esclusione è che queste indennità sono erogate direttamente dall’Inps: per questo l’Ente non chiede vi si paghino i contributi. Ma cosa sono i contributi? Lo vediamo nel prossimo paragrafo.

I contributi nella busta paga

Reddito annuo lordo: Ral stipendio
Quando ci si riferisce ai contributi si parla di soldi versati mensilmente, come abbiamo detto, sia dal datore di lavoro che dal lavoratore dipendente, per finanziare l’Inps. Una piccola nota: i contributi a carico del datore di lavoro non figurano in busta paga. Invece i contributi versati dal lavoratore vi sono indicati nella voce “contributi”. Questi vengono calcolati come percentuale dell’imponibile previdenziale: per gli apprendisti questa percentuale è pari al 5,84%, invece per gli altri lavoratori è al 9,19% o al 9,49% a seconda dei contratti. 

L’imponibile fiscale, invece, consiste nel riferimento adoperato per calcolare le imposte. Nella busta paga viene pagata una sola imposta: si tratta dell’Irpef. In busta paga paghiamo una sola imposta: l’Irpef, sigla che indica l’Imposta sul reddito delle persone fisiche. Il lavoratore dipendente è soggetto a due tipi di trattenute: si tratta dei contributi che finanziano l’Inps e dell’Irpef, che va allo Stato. 

Come calcolare l’imponibile fiscale? Questa operazione prevede la sottrazione dei contributi del dipendente dall’imponibile previdenziale. 

Come calcolare invece l’Irpef? Questo calcolo è più complesso, in quanto non esiste un’unica percentuale da moltiplicare per l’imponibile, ma esistono tante percentuali da applicare sugli scaglioni di imponibile, ossia intervalli di reddito annuali. Per il calcolo al dipendente che sta analizzando la sua busta paga servono i dati mensili, poiché la trattenuta in busta paga viene fatta ogni mese. Come fare? Basta dividere per 12 gli scaglioni annuali, così da ottenere appunto quelli mensili. Su di essi possiamo applicare le relative aliquote percentuali di tassazione, in modo da determinare l’imposta lorda.

Le detrazioni sullo stipendio in busta paga

La legge stabilisce che al verificarsi di alcune situazioni personali del soggetto spettino alcune detrazioni che vanno ad abbattere l’imposta lorda. Sono infatti previste detrazioni legate al lavoro dipendente, detrazioni per coniuge a carico e/o detrazioni per figli a, carico. In particolare la detrazione per coniuge a carico è riproporzionata in base ai mesi di carico, mentre la detrazione per figli a carico va rapportata a mese. Il numero di familiari a carico, la loro età e la loro condizione fisica (si applicano criteri diversi se i figli a carico sono portatori di handicap), incidono sulla quota della detrazione, così come la separazione dei coniugi con alimenti da versare.

Ral stipendio: altri fattori che influenzano il calcolo del netto dal lordo

Nel calcolo dello stipendio netto estrapolato dalla cifra lorda bisogna tenere in considerazione anche altri fattori oltre alle detrazioni fiscali e il coniuge o i figli a carico. Vediamo quali. Il primo elemento da considerare è il reddito, che ha un ruolo fondamentale nel calcolo del netto dal lordo: in base al reddito cambia l'aliquota Irpef. Avere una seconda casa o un terreno da cui trarre un reddito, ad esempio affittandoli, l'aliquota Irpef aumenta. Anche il tipo di lavoro e l’età sono fattori da tenere presenti, in quanto la detrazione Irpef varia in base a lavoro dipendente o autonomo, inoltre alcuni regimi agevolati prevedono una detrazione di tale imposta diversa per i lavoratori con età inferiore ai 30 anni. La residenza: un altro elemento che incide sul calcolo. Infatti le aliquote regionali, provinciali e comunali sono relative al luogo in cui si vive. Le spese deducibili sono da aggiungere a questo elenco di spese che incidono sul calcolo. In sostanza possiamo affermare che i fattori che influenzano il calcolo dello stipendio netto dal lordo sono davvero tanti e difficili da interpretare, tuttavia è possibile avvalersi di regole generali che possono dare un'idea indicativa di quale sarà lo stipendio netto a partire dal lordo pattuito.

Calcolo della busta paga

Dopo aver visto quali sono le voci e i termini che compongono la busta paga vediamo qual è il calcolo che porta dal lordo al netto della retribuzione, ossia dalla paga totale compresa delle tasse a quella, sottratta della cifra della tassazione, che viene effettivamente erogata al lavoratore dipendente. Possiamo dire che la retribuzione lorda a cui vengono sottratti i contributi dà l’imponibile fiscale. Se a questo vengono sottratte le trattenute Irpef al netto delle detrazioni fiscali allora si ottiene il salario al netto delle trattenute. Il calcolo più rapido per calcolare lo stipendio netto dal lordo è approssimativa, proprio per la variabilità dei dati e degli elementi sulla busta paga. Questo calcolo consiste nel sottrarre al lordo tra il 25% e il 40%, ossia le ritenute di legge a carico del lavoratore da versare per l'Irpef, l'Inps, il trattamento di fine rapporto e altre voci. Per quanto approssimativo, questo calcolo può essere molto utile nel darci indicazioni orientative sulla cifra netta dello stipendio mensile.

E per calcolare il Ral?

Per avere il dato della retribuzione lorda Inps bisogna trovare sulla busta paga e poi moltiplicare per tredici volte (se le mensilità sono tredici) l'imponibile Inps. Questa operazione può dare un risultato corretto nel caso in cui ogni mese la busta paga sia identica e in cui non siano stati effettuati giorni di ferie, permessi, malattia o maternità. Il motivo è che in questo caso l'importo della tredicesima cambierebbe, portando a un’imprecisione in un dato di calcolo. Se, invece, si volesse estrapolare la retribuzione lorda Irpef, allora bisogna considerare e moltiplicare l'imponibile Irpef della busta paga, sempre per tredici alle stesse condizioni sopracitate. 

Come stabilire il numero delle mensilità per il quale calcolare il lordo mensile? Il lavoratore deve prendere in considerazione il proprio contratto collettivo. Sulla busta paga non sono visibili le mensilità totali per cui, per ottenere questa informazione bisogna leggere il contratto di assunzione o rivolgersi ad un sindacato. In alternativa la retribuzione lorda da dipendente può essere facilmente reperita nel modello Cud: la somma delle buste paga di ogni anno viene riepilogata nella Certificazione Unica, la quale ogni anno deve essere rilasciata al dipendente, entro la scadenza del 28 febbraio dell’anno. Il motivo è poter permettere al lavoratore di poter compilare il 730 oppure il modello Isee.

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